
Doveva essere una celebrazione del tennis italiano, la finale degli Internazionali di Roma 2025, e invece si è trasformata in un palcoscenico per un botta e risposta mediatico che non accenna a spegnersi. Da una parte Adriano Panatta, fuoriclasse del passato e oggi voce esperta e spesso tagliente della Rai.
Dall’altra c’è Jasmine Paolini, numero uno azzurra, reduce da un torneo straordinario in cui ha riportato in patria il trofeo dopo 40 anni di attesa. Nessuno si sarebbe aspettato che da tutto questo nascesse un simile polverone, invece Jasmine è rimasta scossa dalle parole di Panatta sul tennis femminile.
Il commento “inopportuno” di Panatta
Tutto parte da un commento di Panatta che, riferendosi alla finale tra Paolini e Coco Gauff, ha sparato a zero: “Una noia mortale, come la maggior parte del tennis femminile”. Non proprio carezze, insomma. Una frase destinata a far rumore, non tanto per il contenuto, quanto per la veemenza con cui è stata detta.
La stilettata dell’ex campione non poteva certo passare inosservata, e a stretto giro si è registrata la pronta reazione di Paolini: “Credo che ci sia poco da criticare onestamente. Io provo a fare del mio meglio, sperando che la gente lo apprezzi”.
La controreplica: “Non ha capito. Io ho fatto solo complimenti”
Ma Panatta non ci sta a passare per quello che spara nel mucchio. Così, durante un evento pubblico a Torino, ha rilanciato sua volta. “Si è arrabbiata? Non ha capito. Io alla Paolini ho fatto solo i complimenti“, ha affermato. Spiegando che, appunto, il suo era un complimento alla nostra tennista.

E poi l’affondo, questa volta più argomentato ma altrettanto sferzante: “Le sue avversarie non sono così intelligenti. Lei sì, ha un senso tattico di prim’ordine. Le altre pensano solo a tirare forte, senza pensare. Per cui sono senza cervello. L’ho detta così, poi in maniera più esplicita, ma è quello che penso. Dico sempre quello che penso”.
Un elogio o un altro schiaffo?
Le parole di Panatta sembrano voler ridimensionare il suo attacco iniziale, trasformandolo in un complimento a Paolini e in una bocciatura del contesto che la circonda. Ma il tono resta ruvido, al limite della provocazione. Dire che le avversarie sono “senza cervello” è un giudizio molto severo che tocca, in ogni caso, colleghe che magari Paolini apprezza o di cui è amica. E lo ha fatto notare difendendo Coco Gauff.
Panatta rivendica il diritto di dire ciò che pensa, anche se con espressioni che suonano eccessive. Ma il tennis femminile merita più rispetto, e le giocatrici che faticano sui campi del mondo ogni settimana, più delicatezza considerazione. E Paolini e Panatta potrebbero chiarirsi davanti a un caffè, magari, per il bene di tutto il movimento.