
Donald Trump è tornato a parlare dell’autismo, e lo ha fatto con toni allarmanti e affermazioni che strizzano l’occhio a teorie prive di fondamento scientifico. Durante un evento organizzato dalla Commissione Make America Healthy Again (MAHA), promossa dalla sua nuova amministrazione, l’ex presidente ha collegato l’aumento dei casi di autismo negli Stati Uniti a cause “esterne” o “artificiali”.
“Prima era un caso su 10.000, ora è uno su 31. Penso sia terribile. Deve essere qualcosa di esterno, indotto artificialmente. Deve essere così”, ha dichiarato Trump davanti a un pubblico di sostenitori e membri della commissione. Le parole del presidente Usa hanno immediatamente sollevato polemiche, soprattutto perché non supportate da dati verificabili. La cifra di “1 su 10.000” non compare in nessun rapporto ufficiale dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), che monitora la diffusione dell’autismo negli Stati Uniti da oltre vent’anni.
Cosa dicono i dati ufficiali
Il CDC, nel suo rapporto di aprile 2025, ha confermato che oggi la prevalenza dell’autismo è stimata in 1 bambino su 31 all’età di 8 anni, in aumento rispetto al precedente dato di 1 su 36. Tuttavia, non esistono dati ufficiali antecedenti al 2000 che indichino una frequenza di 1 su 10.000. All’epoca, il primo dato disponibile del CDC era di 1 caso su 150. Gli scienziati concordano nel ritenere che il trend in aumento non sia causato da un’“epidemia”, bensì da migliori strumenti di diagnosi, maggiore consapevolezza e criteri clinici più ampi. In altre parole, oggi si diagnostica di più e meglio, non necessariamente di più perché l’autismo è in crescita reale.

La risposta della comunità scientifica
La comunità scientifica respinge con forza l’idea che l’autismo sia causato da fattori artificiali come vaccini, coloranti alimentari o pesticidi, teorie spesso ventilate da ambienti cospirazionisti. Le dichiarazioni di Trump, così come quelle del Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., anch’egli presente all’incontro, vanno in direzione opposta rispetto al consenso scientifico. “Non permetteremo che il nostro sistema sanitario venga controllato dalle stesse industrie che dovrebbero vigilare su di esso. Ecco perché la gente chiede risposte, ed ecco perché siamo qui”, ha detto Trump, rilanciando il tema come una crociata politica e ideologica.
Il controverso rapporto della Commissione MAHA
Durante l’evento, la Commissione MAHA ha presentato un rapporto di 69 pagine in cui vengono elencati i presunti fattori che starebbero minando la salute dei bambini americani. Tra questi:
- alimenti ultra-lavorati
- sostanze chimiche ambientali
- uso eccessivo di dispositivi digitali
- prescrizioni farmacologiche troppo frequenti.
Senza fornire prove scientifiche concrete, il documento chiede anche un maggiore controllo su:
- vaccini infantili (tema caro a Kennedy Jr.)
- otto tipi di coloranti alimentari
- additivi e pesticidi
Secondo il rapporto, questi elementi sarebbero correlati non solo all’autismo, ma anche all’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) e all’obesità infantile. Tuttavia, nessuna delle correlazioni è supportata da studi accettati dalla comunità scientifica internazionale.

Il paragone con l’Europa e l’attacco all’industria alimentare
Un altro punto saliente del documento è il confronto tra gli standard dietetici europei e quelli americani. Gli autori denunciano una “dipendenza eccessiva” degli Stati Uniti da coloranti e additivi che in Europa sono vietati o regolamentati più severamente. Trump ha colto la palla al balzo per lanciare un messaggio diretto all’industria alimentare: “Invitiamo le aziende a eliminare gradualmente l’uso di questi ingredienti. L’America deve proteggere i suoi bambini”.
Conclusione: retorica politica vs evidenza scientifica
Le affermazioni di Trump e Kennedy Jr. sul legame tra autismo e cause artificiali si inseriscono in un contesto ben noto: la politicizzazione della salute pubblica. Ancora una volta, la scienza è stata messa in secondo piano rispetto a una narrazione utile a consolidare una base elettorale sensibile a teorie alternative e al sospetto verso l’establishment medico e farmaceutico. Nel frattempo, la comunità medica continua a ribadire che l’unica strada efficace è quella della ricerca scientifica, della prevenzione basata su dati affidabili e del supporto concreto alle famiglie. Alimentare paure infondate, al contrario, rischia solo di isolare ancora di più chi vive sulla propria pelle la sfida dell’autismo.