
Donald Trump torna a scuotere i mercati internazionali e lancia un chiaro messaggio all’Unione Europea: nessuna intenzione di negoziare un accordo commerciale e dazi del 50% a partire dal primo giugno. L’annuncio, arrivato in serata, ha provocato un terremoto sulle Borse europee, che in poche ore hanno bruciato 183 miliardi di euro di capitalizzazione. Un colpo durissimo in una giornata che si era aperta all’insegna della stabilità, con i Treasuries americani in fase di raffreddamento e gli investitori rassicurati da un momentaneo rallentamento nella corsa dei rendimenti.
Il tycoon, intervenuto dalla Casa Bianca, è stato netto: «Non sto cercando un accordo con l’Ue», ha dichiarato, ribadendo che l’Europa «si è approfittata degli Stati Uniti per anni». Il riferimento è al cronico squilibrio commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, in particolare al settore automobilistico. «Loro vendono milioni di auto da noi, mentre noi siamo limitati nel vendere le nostre in Europa. Questo non è giusto», ha affermato Trump, aggiungendo che «l’Unione Europea crea posti di lavoro, mentre noi chiudiamo gli stabilimenti».
Dura la replica dell’Unione Europea: “L’Ue è pienamente coinvolta e impegnata a garantire un accordo che vada bene per entrambi. La Commissione Ue è pronta a lavorare in buona fede. Il commercio tra Ue e Usa non ha eguali e deve essere guidato dal rispetto reciproco, non dalle minacce. Siamo pronti a difendere i nostri interessi.” Lo scrive su X il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic dopo il colloquio telefonico con i due negoziatori Usa, Howard Lutnick e Jamieson Greer.

Il nuovo fronte protezionista di Trump si allarga anche verso l’Asia. Il presidente ha infatti lanciato un ultimatum a Samsung, minacciando dazi del 25% se l’azienda sudcoreana non dovesse spostare parte della sua produzione negli Stati Uniti. Un avvertimento simile era stato rivolto nei giorni scorsi anche ad Apple, segno di una strategia commerciale aggressiva volta a riportare le catene produttive sul suolo americano.

Oltre al fronte commerciale, Trump ha firmato anche una serie di ordini esecutivi per incentivare l’energia nucleare nel Paese. Le nuove disposizioni puntano a snellire i processi normativi e a rafforzare la competitività degli Stati Uniti nel settore, strategico per la sicurezza energetica nazionale e per l’indipendenza industriale.
L’impennata protezionista annunciata da Trump arriva in un momento delicato per l’economia globale e per le relazioni transatlantiche. Le parole del presidente hanno avuto immediato effetto sulle piazze finanziarie, innescando un’ondata di vendite che ha colpito in particolare i titoli industriali e automobilistici europei.
La Commissione Europea, al momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma a Bruxelles si valuta già una possibile risposta coordinata nel caso in cui le misure annunciate diventino operative. In gioco non ci sono solo miliardi di euro in dazi e sanzioni, ma anche l’equilibrio delle relazioni economiche tra le due principali aree industrializzate dell’Occidente. E con Trump in corsa per un nuovo mandato, l’Europa si prepara a un possibile ritorno di fiamma sul fronte della guerra commerciale.