
Una professoressa di Prato è stata vittima di una violenta aggressione da parte del suo ex compagno, un 35enne originario di Pistoia, che ha tentato di soffocarla con un sacchetto di plastica dopo averla colpita a bastonate. Il drammatico episodio si è consumato nel parcheggio del centro commerciale Parco Prato, sotto gli occhi di numerosi presenti.
A salvarle la vita sono stati tre cittadini stranieri: un egiziano, un marocchino e una donna magrebina, intervenuti con coraggio mentre l’uomo, in preda alla furia, cercava di costringerla nella sua auto e brandiva anche un coltello.
Secondo la ricostruzione della Procura di Prato, l’aggressione è avvenuta il 20 maggio intorno alle 9. L’uomo aveva atteso la donna nel parcheggio, colpendola ripetutamente con un bastone e tentando di infilarle un sacchetto in testa per soffocarla. La donna è riuscita a scappare grazie all’intervento dei tre soccorritori, che sono riusciti a sottrarla alla furia dell’aggressore, rischiando in prima persona.
L’uomo è poi fuggito ed è stato rintracciato dalla polizia in un ospedale di Pistoia, dove si era recato per farsi medicare delle ferite autoinflitte. A casa sua è stato trovato un coltello da cucina, ritenuto compatibile con quello usato per minacciare i tre stranieri, mentre nella sua auto c’erano gli occhiali della vittima.
La professoressa ha ricevuto una prognosi di 10 giorni, ma la sua testimonianza, insieme a quella dei soccorritori, ha confermato la gravità dell’accaduto. La Procura sottolinea la particolare pericolosità dell’uomo, che non aveva accettato l’ennesimo rifiuto sentimentale e ha reagito con inaudita violenza. La vittima si è detta certa che “la furia dell’uomo non si sarebbe arrestata se non portata fino alle estreme conseguenze”.
Il coraggioso intervento dei tre stranieri è stato definito dalla Procura “decisivo per salvare la vita” della donna e rappresenta, secondo gli inquirenti, una “icastica rappresentazione di integrazione” nella comunità locale.
Il 35enne è stato arrestato per atti persecutori e lesioni personali aggravate, con il provvedimento convalidato dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto la custodia cautelare in carcere.