
Pierluigi Diaco si confessa senza filtri sul palco del Festival della TV di Dogliani, durante un’intervista con la giornalista Chiara Maffioletti. “La cosa che ho imparato di più nella mia vita professionale è governare l’ego”, ha dichiarato il conduttore di Bellamà, raccontando un percorso personale e professionale che lo ha portato ad affrontare momenti difficili. “L’ho imparato attraverso un lavoro su me stesso molto potente, accompagnato da psicofarmaci e da una terapia individuale e collettiva. Ho chiesto aiuto”, ha spiegato.
Nel suo intervento, Diaco ha ricordato con gratitudine i trent’anni di lavoro al fianco di Maurizio Costanzo, un’esperienza che ha segnato profondamente il suo approccio alla professione. “Ho capito che non volevo diventare come certi personaggi che salivano sul suo palco: persone che parlano solo di successo, dati d’ascolto e che vivono solo dentro il tubo catodico. Non è quella la vita che voglio”.

Il conduttore ha poi riflettuto su un lungo periodo di crisi personale. “Nei primi 15 anni di carriera ho commesso l’errore della presunzione, credendo che il successo potesse curare le mie ferite interiori. Ma non è così. Ho vissuto anni di depressione, e oggi non mi vergogno a dirlo. So cosa significa attraversare il buio mentre chi ti sta vicino ti dice: ‘Ma come, lavori in tv!’. La depressione può toccare chiunque, e in un’epoca dominata dall’ego è fondamentale prendersi cura del proprio mondo interiore”.
Ma non è mancato anche un momento più leggero, quando Diaco ha svelato un progetto televisivo che potrebbe presto vedere la luce nei palinsesti Rai. “Mi piacerebbe realizzare una versione di Non è la Rai con donne dai 70 anni in su. Voglio trovare un’Ambra di 87 anni”, ha detto sorridendo, tra gli applausi del pubblico.
Il format, già depositato alla SIAE, si intitolerebbe Signora Mia, con il sottotitolo “L’età lo consente”. Un’idea originale che punta a celebrare la terza età in una televisione che spesso dà spazio solo alla giovinezza. “Viviamo in un mondo che mitizza la gioventù – ha concluso Diaco – ma io sono felicissimo di invecchiare”.
Con una narrazione che ha alternato emozione e ironia, Pierluigi Diaco ha lanciato un messaggio forte sulla necessità di affrontare le fragilità interiori senza vergogna, e sull’importanza di costruire una carriera televisiva che sia anche specchio di una vita autentica, non solo di apparenze.