
VALTREBBIA – È attesa nei prossimi giorni la chiusura della fase di raccolta delle testimonianze tra gli amici di Andrea Sempio, l’unico indagato nell’inchiesta bis sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua villetta di via Pascoli a Garlasco la mattina del 13 agosto 2007. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano stanno sentendo in queste ore una dozzina di conoscenti e compagni di Sempio di allora, per fare luce sui suoi spostamenti, sulle frequentazioni e sulle conversazioni intercorsi nelle settimane che precedettero il delitto.
Al momento non è invece in programma alcuna convocazione come testimoni per le gemelle Stefania e Paola Cappa, già protagoniste di precedenti passaggi processuali sul caso. Stando a quanto filtra dagli ambienti investigativi, le loro posizioni non sono state ritenute tali da richiedere un’audizione urgente: i carabinieri stanno concentrando le attenzioni sui contatti diretti con Sempio e sui scritti di quest’ultimo.

Tra i documenti ancora ricercati c’è il testo che Andrea Sempio avrebbe redatto nel 2013 durante un corso di giornalismo, un elaborato in cui richiamava l’omicidio di Chiara e, secondo gli investigatori, poteva contenere spunti utili a chiarire le sue idee e il suo coinvolgimento. Dopo avere setacciato case, cellulari e piattaforme informatiche, i militari hanno esteso le ricerche anche a scuole e enti dove Sempio ha studiato, per recuperare una copia del manoscritto originale.

L’inchiesta coordinata dalla Procura di Pavia si muove ora su due binari: da un lato, l’analisi delle nuove impronte e tracce biologiche emerse nelle perquisizioni, dall’altro, la ricostruzione dei rapporti di Sempio con l’ambiente di via Pascoli. Se i contorni delle frequentazioni verranno delineati in maniera precisa, la Procura potrà valutare ulteriori atti, fino a una possibile richiesta di incidente probatorio. Nel frattempo, restano aperti gli interrogativi sulla presenza in casa Poggi di altri soggetti la mattina del 13 agosto 2007.
Rinviate le Sit delle Cappa: i possibili motivi
Il rinvio dell’interrogatorio di due testimoni chiave da parte di una Procura, dopo aver già ascoltato tutti gli altri, può avere diversi significati, a seconda del contesto investigativo e della strategia accusatoria. Ecco alcune interpretazioni possibili:
- Strategia di confronto e verifica
La Procura potrebbe voler confrontare le dichiarazioni già raccolte con quanto emergerà da questi due testimoni. Rinviarli significa prepararsi con cura, verificare eventuali contraddizioni o formulare domande più puntuali sulla base delle testimonianze già acquisite. È una scelta spesso usata quando si tratta di persone vicine ai fatti o potenzialmente reticenti.
- Pressione investigativa
Può essere una mossa tattica per far crescere la tensione attorno ai due testimoni. Se si tratta di soggetti su cui si hanno sospetti diretti o indiretti, il rinvio può servire a osservarne i comportamenti, vedere se tentano di contattare altri testimoni, modificano versioni o commettono errori in attesa della convocazione.
- Attesa di elementi nuovi
La Procura potrebbe essere in attesa di nuovi riscontri, come esiti di consulenze tecniche, analisi dei tabulati, accertamenti su alibi o movimenti. Interrogarli prima potrebbe essere prematuro e poco utile senza un quadro probatorio più definito.
- Valutazione sulla loro attendibilità
Se ci sono dubbi sulla sincerità dei due testimoni, è possibile che i magistrati abbiano preferito ascoltare prima tutti gli altri, proprio per costruire una rete di elementi su cui poi testare le loro dichiarazioni. Il rinvio può indicare che saranno interrogati in modo incrociato, magari davanti al pm titolare o con registrazione audiovisiva.
- Non sono semplici testimoni
Se il rinvio è accompagnato da un crescente interesse mediatico o investigativo intorno a loro, potrebbe indicare che non sono più visti solo come testimoni ma come soggetti coinvolti a vario titolo (indagati o quantomeno sospettati). In questo caso, il loro status formale potrebbe cambiare proprio poco prima dell’interrogatorio.
In sintesi, un rinvio non è mai casuale e in genere preludio a un’interrogazione delicata e cruciale, con testimoni che potrebbero diventare decisivi per consolidare una tesi accusatoria o smontarne una. In molti casi, sono interrogatori in cui la Procura gioca le sue carte più forti.