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Garlasco, il genetista della difesa: “Sull’impronta attribuita a Sempio serve massima prudenza”

Pubblicato: 24/05/2025 12:31

Nel nuovo capitolo dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, il dibattito si concentra sull’impronta numero 33, rilevata sulla parete delle scale che portano alla cantina della villetta di via Pascoli, a Garlasco. Un’impronta ora ritenuta “utile” dal Ris, ma che nel 2007 era stata classificata come non significativa. A lanciare un monito è Ugo Ricci, genetista e consulente della difesa di Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto.

“Noi non potremo svolgere analisi autonome sull’impronta attribuita a Sempio, come riportato da alcuni media”, chiarisce Ricci in un’intervista all’AGI, sottolineando che il team difensivo potrà solo offrire “spunti ai consulenti della Procura o al giudice per le indagini preliminari”. Da qui l’invito alla massima prudenza nell’interpretazione di una possibile svolta.

Il tecnico ricorda che tutte le attività tecniche sono attualmente in mano ai consulenti nominati dalla Procura di Pavia e ai periti dell’incidente probatorio disposto dal gip. “Non sappiamo nulla delle attività in corso. È possibile che la Procura abbia ancora assi nella manica ben nascosti”, aggiunge Ricci.

Sull’impronta in questione, oggi attribuita in parte a Andrea Sempio, Ricci osserva: “Sarebbe un’incongruenza clamorosa se davvero il Ris, che nel 2007 la riteneva inutile, oggi la considera utile al punto da individuare 15 punti di contatto”. Ma attribuire questo cambio di valutazione ai progressi tecnologici sarebbe, secondo l’esperto, affrettato: “Dal punto di vista dattiloscopico non possiamo dire che sia merito di nuove tecnologie. È probabile che allora non fu ritenuta rilevante semplicemente perché confrontata solo con Stasi”.

Il genetista invita infine a concentrarsi sulla conservazione della traccia: “Bisogna capire se dell’intonaco grattato dal muro — dove si ipotizza possa esserci sangue — sia rimasto qualcosa. Per ora abbiamo solo delle fotografie. Gli accertamenti saranno complicati e richiederanno verifiche rigorose su ogni elemento materiale ancora disponibile”.

Nel frattempo, la riapertura del caso rilancia vecchie domande e nuove ipotesi. Ma come Ricci sottolinea, ogni passo deve essere guidato da rigore scientifico e cautela investigativa.

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