
Si era recato in ospedale lamentando un forte dolore al petto, ma era stato dimesso poco dopo con una diagnosi di ipertensione e una prescrizione di ansiolitici. Ventiquattro ore più tardi, Carmelo Centineo, imprenditore torinese di 51 anni, è stato trovato morto in casa dal figlio. Ora la Procura di Torino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti, per accertare eventuali negligenze.
La tragedia si è consumata sabato 17 maggio. Centineo si era presentato al Pronto Soccorso dell’ospedale Martini, accompagnato da alcuni amici preoccupati per il suo stato di salute. Dopo una serie di esami, i medici avrebbero optato per una diagnosi legata all’ipertensione, senza riscontrare segnali d’allarme gravi, e lo avrebbero dimesso poco dopo, consigliandogli dieci gocce di un farmaco ansiolitico.
Il giorno seguente, il figlio ventenne ha iniziato a chiamare il padre, preoccupato dal silenzio. Non ottenendo risposta, è andato a casa e ha fatto la drammatica scoperta: Carmelo Centineo era morto. Immediata la segnalazione alle autorità e l’apertura di un’inchiesta. La magistratura sta valutando la possibilità di disporre l’autopsia, per chiarire le cause esatte del decesso.

Uno degli elementi principali al centro delle indagini riguarda il valore della troponina, una proteina che può salire in caso di infarto. Gli inquirenti vogliono verificare se durante gli accertamenti in ospedale questo valore fosse anomalo e se ciò avrebbe dovuto suggerire un ricovero immediato invece della dimissione.
Centineo era il titolare di una ditta di pulizie attiva nel torinese, ed era padre di due figli di 17 e 20 anni. La sua morte ha sconvolto familiari e amici. “Non posso accettare che mio fratello sia stato dimesso e che, dopo poche ore, sia morto. Qualcuno dovrà fornire delle spiegazioni. Lo devo a lui, ma soprattutto ai suoi figli”, ha dichiarato Katia Centineo, sorella della vittima, in un’intervista a La Stampa.
La vicenda si aggiunge a una serie di recenti casi in cui pazienti si sono recati in ospedale con sintomi gravi e sono stati dimessi senza ulteriori approfondimenti. L’inchiesta in corso cercherà di chiarire se si sia trattato di un errore medico o di una valutazione clinica superficiale, con possibili responsabilità a carico del personale sanitario.