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Autobus di studenti, schianto tragico: “Sbalzati giù dal ponte!”. È strage

Pubblicato: 25/05/2025 08:05

Non si sentiva altro che il respiro del motore, l’odore del caffè versato in fretta nei termos, il brusio di chi dormiva ancora con la fronte appoggiata al vetro. Un autobus, come tanti. Un ponte, come tanti. La mattina si apriva su un paesaggio intriso di verde e nebbia, tra salite e curve strette che sembravano cucite al fianco della montagna. Quel tragitto — per decine di studenti e insegnanti — doveva essere soltanto una parentesi tra l’accademia e la vita, un giorno diverso dal solito.

Poi è bastato un attimo. Uno sbandamento. Un urto. Il vuoto. Il silenzio rovesciato del metallo sull’asfalto, le urla interrotte da uno schianto. Alcuni sono stati sbalzati fuori, altri sono rimasti dentro, imprigionati in un tempo che non scorre più. Tutto si è fermato mentre il paesaggio andava avanti, come se nulla fosse.

Dieci morti, undici feriti: era una gita universitaria

La tragedia è avvenuta sabato mattina lungo la tratta tra Tolima e Quindio, in Colombia. Il mezzo trasportava 26 persone, tra cui 22 studenti, due professori e un addetto alle comunicazioni dell’Università Humboldt, con sede nella città di Armenia. Secondo le prime ricostruzioni, l’autista ha perso il controllo del veicolo, che è andato a schiantarsi contro la barriera di un ponte.

L’impatto ha provocato la morte di almeno dieci persone, mentre altre undici sono rimaste ferite. Il rettore dell’ateneo, Diego Fernando Jaramillo Lopez, ha dichiarato due giorni di lutto, parlando di una “dolorosa perdita di colleghi, studenti, professori e dirigenti”.

Una piaga quotidiana sulle strade colombiane

Gli incidenti stradali restano una delle principali cause di morte nel Paese, con una media di 22 decessi al giorno nel 2024. Il tratto coinvolto è noto per le sue difficoltà strutturali: curve strette, dislivelli e manutenzione carente. Le indagini sono ancora in corso, ma la dinamica sembra già definita.

A restare è il vuoto, e una ferita collettiva che attraversa il campus come un corridoio improvvisamente muto. I nomi delle vittime non sono ancora ufficiali, ma tra i banchi e le scrivanie di chi è tornato con lo sguardo perso, resteranno i racconti di chi quel viaggio non è riuscito a finirlo.

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