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Balotelli choc: “Messi e Ronaldo? Niente da invidiare”

Pubblicato: 26/05/2025 16:35

Mario Balotelli si racconta con il suo solito mix di carisma e sfrontatezza nell’intervista a Belve, in onda il 27 maggio su Rai2. Il bomber bresciano non si tira indietro e mostra il suo lato brillante e talvolta malinconico, lasciando trapelare un’intrigante vena filosofica. Il suo stile inconfondibile, che unisce talento, ironia e un tocco di follia, continua a catturare l’attenzione del mondo del calcio.
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La dichiarazione che più lascia il segno? “Non ho nulla da invidiare a Messi e Ronaldo“, afferma con sicurezza, confrontando la sua carriera con quelle di due giganti del calcio. “Se Ronaldo ha vinto cinque Palloni d’Oro? Lui si massacra di allenamenti, io no. E poi lui c’ha più soldi!” Queste parole, pronunciate col solito sorriso beffardo, mostrano un Balotelli che non ha mai smesso di credere in se stesso.

Riflessioni sulla carriera

A chi lo accusa di aver sprecato il suo talento, Balotelli risponde con una riflessione: “Avrei potuto fare di più, ma sono felice”. Questo dimostra come ci sia una chiara differenza tra il calciatore e l’uomo, tra il Supermario in scarpini chiodati e il padre e uomo nella vita privata.

Non mancano i ricordi degli episodi di razzismo vissuti, come quello delle banane lanciate a Roma. “Non lo rifaranno. Penso se lo ricordino!”, commenta con tono sarcastico, mantenendo la sua cifra ironica.

Aneddoti dal campo

Il racconto continua con il capitolo Mourinho, l’allenatore che non è mai riuscito a gestirlo completamente: “Eravamo due teste di cavolo, ma lui peggio di me”. E poi c’è l’aneddoto con Totti: “Mi ha dato un calcio… Gli ho scritto: ‘Perché?’. E lui: ‘Manco ti ho preso bene’”.

Negli ultimi mesi, Balotelli ha fatto parlare di sé con il ritorno in Italia al Genoa, un’esperienza che lui stesso definisce una “scelta sbagliata”. nonostante questo, Supermario non demorde: “Giocherò due o tre anni in America prima di smettere. Sarà un trauma, ma quello che ruota intorno al calcio non mi mancherà. È un mondo finto”.

Un personaggio che non cambia

Il ricordo dell’esultanza del 2012 è ancora vivido. Lui, a petto nudo, che stringe le braccia e gonfi ai muscoli: “Una tamarrata, dai!”, ammette sorridendo. Un gesto che è diventato simbolico tanto quanto i suoi gol più spettacolari e le sue uscite più assurde.

Interrogato sul fallimento mondiale del 2014, Balotelli risponde come un veterano: “Si gioca in undici. Tanti sono grandi e grossi, ma si nascondono facilmente”. E sul caso personale legato alla figlia Pia e alla sua richiesta di effettuare un test del DNA non ha dubbi: “Sì, lo rifarei. Non ci vedevamo da mesi: mi dispiace per mia figlia, ma che altro potevo fare?”.

L’irriducibile Super Mario continua a essere una figura che divide e affascina, con tutte le sue contraddizioni. Pur non avendo cinque Palloni d’Oro, Balotelli rimane una figura quasi letteraria nel calcio moderno, un giocatore che ha segnato un’epoca, lasciando un’impronta – nel bene e nel male – nei club in cui ha militato, dall’Inter al Milan, al Manchester City del suo mentore Roberto Mancini.

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Ultimo Aggiornamento: 26/05/2025 16:53

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