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“Trovati così”. Orrore in Italia, spuntano due scheletri nella grotta: ipotesi agghiacciante

Pubblicato: 26/05/2025 13:20
Roma grotta due scheletri

Il silenzio lì sotto ha un suono diverso. È spesso, immobile, rotto solo dal fruscio dell’aria che si infila tra gli anfratti della roccia. Le luci delle case, della città e del traffico svaniscono all’improvviso, come se qualcuno avesse chiuso una porta tra il sopra e il sotto. In profondità, la temperatura si fa costante, quasi a voler conservare qualcosa. Le pareti si stringono, il buio assorbe ogni riferimento, e ogni passo risuona moltiplicato da metri di terra e cemento. Tra le ombre si distinguono solo sagome incerte: pietre lisce, rami secchi, detriti trascinati dalla pioggia e qualche residuo umano, resti di passaggi che nessuno ricorda.
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In quel vuoto, a più di venti metri dal mondo di superficie, la luce frontale di due caschi si fa largo tra le incrostazioni del tempo. I movimenti sono lenti, guidati più dall’intuito che dalla vista. Un ronzio elettronico accompagna i respiri, e poi si ferma. Davanti a loro, qualcosa emerge dalla terra: non un oggetto, non un segno recente, ma una presenza compatta, rannicchiata, immobile da decenni. Due forme che sembrano dormire, protette dal silenzio e sepolte dalla dimenticanza.

La scoperta sabato pomeriggio nella zona della metropolitana Laurentina

Il ritrovamento è avvenuto sabato scorso, nel tardo pomeriggio, nei pressi della metropolitana Laurentina, alla periferia sud di Roma. A fare la macabra scoperta sono stati due speleologi amatoriali, calatisi in una cavità sotterranea con accesso da via dei Corazzieri, zona a ridosso di via di Vigna Murata. In quel tratto naturale, legati alle corde e muniti di fari, hanno illuminato per caso due scheletri umani posizionati in modo composto all’interno della grotta.

Immediatamente allertate le forze dell’ordine, sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato Esposizione, la Squadra Mobile e gli esperti della Polizia Scientifica. Il primo esame medico-legale, eseguito direttamente sul luogo del rinvenimento, ha stimato una datazione risalente ad almeno trent’anni fa, anche se si tratta ancora di una valutazione preliminare. I resti sono stati trovati in buono stato, con i denti perfettamente conservati nei teschi: un dettaglio che, secondo gli inquirenti, suggerisce una morte non troppo lontana nel tempo.

Ipotesi di occultamento in un luogo noto solo a pochi

L’area in cui si trovavano i corpi è parte di un antico cunicolo, il Fosso di San Leone, costruito nel 1940 per incanalare le acque verso il Laghetto dell’Eur. Sebbene oggi quel tratto consenta il passaggio a piedi, l’accesso alla grotta dove giacevano i corpi richiede competenze specifiche e attrezzatura da speleologia. Un elemento, questo, che rafforza l’ipotesi secondo cui i due scheletri siano stati occultati intenzionalmente: chi li ha portati fin lì doveva conoscere molto bene la zona.

Una possibilità al vaglio è quella di un duplice omicidio, nascosto sotto terra per decenni. La composizione ordinata dei corpi, il fatto che si trovassero rannicchiati e in una posizione protetta, lascia pensare a un tentativo di nasconderli con cura. Gli inquirenti hanno avviato un confronto con le denunce di scomparsa risalenti agli anni ’80 e ’90, nel tentativo di risalire all’identità dei due individui.

Le analisi in Medicina Legale e il nodo dell’età dei resti

Nei prossimi giorni, le ossa saranno trasferite all’Istituto di Medicina Legale della Sapienza, dove verranno sottoposte a esami approfonditi. Si cercherà di stabilire con maggiore precisione l’età dei resti, l’eventuale presenza di traumi ossei, e qualsiasi elemento che possa rivelare la causa del decesso. In particolare, si analizzeranno le superfici craniche per individuare eventuali segni di colpi o ferite da arma da fuoco.

Un elemento ritenuto significativo è proprio la posizione dei corpi: rannicchiati, vicini l’uno all’altro, come se fossero stati deposti lì insieme. L’ipotesi di due senzatetto in cerca di riparo è al momento la meno accreditata, vista l’estrema difficoltà nell’accedere alla grotta. Anche se non esclusa del tutto, questa pista appare più fragile rispetto a quella dell’occultamento deliberato.

Un enigma sepolto nel sottosuolo di Roma

La verità potrebbe emergere solo dopo un’analisi dettagliata e il confronto con le banche dati delle persone scomparse. Per ora resta un mistero a cielo chiuso, nel ventre della città, dove il tempo si è fermato e due vite senza nome attendono di essere ricondotte alla superficie.

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