
L’indagine su Agrigento che coinvolge la politica siciliana è veramente grave. Indipendentemente dalla accertata veridicità dei fatti, che avrà una probabilmente lunga gestazione processuale, in cui chi oggi è nelle polvere potrebbe riemergere, la sola configurazione mediatica rimanda l’isola indietro nel tempo. Quello in cui fare impresa, fare investimenti, si scontra con un territorio ostile, pervicacemente convinto che la trasparenza, la competitività, la buona amministrazione per il bene collettivo sia una profonda idiozia.
Il bene non è affatto collettivo in Sicilia, ma esclusivamente particolare. Il fatto che poi tutta questa drammatica vicenda si fondi su un bene collettivo primario ormai scarso come l’acqua, in cui siamo i campioni italiani di reti idriche bucate, rasenta la vendetta degli dei, proprio nello scenario della Valle dei Templi. Gli dei colpiscono chi si vuole perdere, e noi siciliani in questo siamo pervicaci e protervi. È ovvio che oggi non c’è, e forse nemmeno domani, un colpevole, ma c’è già un morto, la fiducia nel sistema Sicilia. G
li investimenti staranno alla larga, gli uffici a torto o a ragione si bloccheranno, nessuno si sentirà più garantito di procedere nella esecuzione dei lavori, e territori storicamente senza il prezioso oro blu penseranno che la loro unica speranza è comprare bidoni di plastica e riempirli alle fontanelle. Nel mondo abbiamo l’AI e noi i bidoni per l’acqua. Praticamente da premio Nobel della Deficienza. Potremmo brevettare un algoritmo chiamato AD, Artificial Deficence. Perché è evidente che a noi defice qualcosa, per comportarci cosi come hanno ipotizzato i magistrati. E se queste ipotesi fossero destituite di fondamento? Beh, sarebbe anche peggio perché dimostreremmo solo che a latitante amministrazione aggiungiamo scarsezza di controllo giurisdizionale. L’assessorato Energia, Acqua e Rifiuti per la Sicilia non è importante, è strategico, ed in qcosto da decenni, quindi non è un caso attuale, non combiniamo nulla, ma nulla, di buono. In questo ambito fondamentale dovremmo chiedere noi allo Stato, all’Europa, all’ONU, pure al Santo Padre di commissariarci. Noi come siciliani ci arrendiamo, e prima di morire senza indipendenza energetica nonostante il sole, prima di rimanere sommersi dai rifiuti, prima di finire luridi, assetati, con l’agricoltura in ginocchio, commissariateci per favore. Di peggio non si può fare.