
Un ragazzo di vent’anni è morto nella notte tra sabato e domenica dopo essere precipitato dal tetto di un palazzo in via Capitini, nella zona di Ponte di Nona, a Roma. La vittima è Mohamed Hatem Belal, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio di droga. Secondo gli inquirenti, il giovane sarebbe stato una delle vedette impiegate per sorvegliare la zona e avvertire i pusher in caso di arrivo delle forze dell’ordine.
La dinamica dell’accaduto è ancora da chiarire, ma gli investigatori non escludono alcuna ipotesi. Secondo quanto riferito da LaPresse, non è da escludere che il ragazzo possa essere stato spinto nel corso di una lite legata allo spaccio. Sul caso indaga la Squadra Mobile di Roma, sotto il coordinamento della Procura. Gli agenti del commissariato Casilino stanno ascoltando numerose persone presenti nella zona, alla ricerca di testimoni o elementi utili a comprendere se si tratti di un omicidio o di un tragico incidente.
I soccorsi sono arrivati rapidamente sul posto, ma per Mohamed non c’era più nulla da fare. Il volo dal tetto è stato fatale: le ferite riportate erano troppo gravi e il ragazzo è morto sul colpo. La dinamica della caduta resta ancora al vaglio degli investigatori, che stanno cercando di ricostruire cosa sia accaduto in quegli istanti, e soprattutto se Mohamed fosse da solo o meno sul tetto al momento della tragedia.

La zona da cui è precipitato è nota come una delle piazze di spaccio più attive della periferia romana. Il tetto in questione è spesso occupato da giovani incaricati di fare da vedetta per garantire la sicurezza degli spacciatori attivi ai piani inferiori. Non è raro che su quei tetti si verifichino tensioni tra membri delle bande, ed è possibile che il ragazzo stesse litigando con qualcuno poco prima della caduta.
Le indagini proseguono, ma al momento non ci sarebbero immagini di videosorveglianza disponibili per ricostruire la scena. Un dettaglio che rende più complicata l’identificazione di eventuali responsabili o testimoni oculari. Gli investigatori stanno anche verificando se altri giovani fossero presenti sul tetto nelle stesse ore, o se qualcuno abbia assistito alla caduta.
La morte di Mohamed Hatem Belal solleva nuovamente l’attenzione sul controllo del territorio e il degrado urbano in alcune periferie romane, dove lo spaccio è una realtà quotidiana e strutturata. A Ponte di Nona, come in altre zone della Capitale, i tetti diventano punti strategici di vigilanza criminale, esponendo anche giovanissimi a rischi estremi.