
Le partite di Champions League uniscono amici, famiglie, appassionati. Serate tra risate, commenti, emozioni forti. Tutto sembra normale, tutto fila liscio. Un divano, una televisione, una pizza sul tavolo. E invece qualcosa va storto.
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In Romagna, la comunità vive ancora lo shock. Un ragazzo giovane, sportivo, conosciuto da tanti. Una notizia che ha fatto il giro del paese. Il dolore è ancora fresco, il silenzio pesa più delle parole.
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La madre vuole risposte. Il dubbio non la lascia in pace. Si affida a un avvocato, presenta una denuncia. Chiede verità, chiede giustizia. La Procura avvia le indagini, apre un fascicolo. L’ipotesi è omicidio colposo.
La tragedia a Bellaria

Il 6 novembre 2024, Milan Vujkovic, 34 anni, guarda una partita tra Real Madrid e Milan a casa di amici, a Bellaria, nel riminese. Si sente male. Gli amici chiamano subito i soccorsi. I sanitari arrivano in fretta. Tentano tutto, ma Milan muore lì, in salotto.
Originario della Croazia, Milan vive da anni in Romagna. Fa il bagnino di salvataggio. La sua famiglia lo descrive come un ragazzo sano, attento, mai superficiale con la salute. La madre non si dà pace e affida la denuncia all’avvocato Davide Grassi.
I segnali nei giorni precedenti
Il giovane si sente male anche nei giorni prima. Si presenta al pronto soccorso. Dolori al petto. I medici gli diagnosticano una lieve ipertrofia del ventricolo sinistro. Il 4 novembre, due giorni prima di morire, chiama di nuovo il 118. I sanitari arrivano, lo visitano. Secondo la madre, lo rassicurano. Nessun ricovero.
Anche il medico di base, sempre secondo la denuncia, non coglie la gravità. Prescrive una crema per delle macchie. Due giorni dopo, Milan non c’è più.
“La madre di Milan – ha detto l’avvocato Davide Grassi – è convinta che i medici abbiano preso sottogamba le sue condizioni, e che ci possano essere state delle negligenze”. Ora la Procura di Rimini indaga. Le domande restano aperte. Il paese aspetta risposte.