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Polizia contro manifestanti, scontri in piazza in Italia: parte la carica, altissima tensione

Pubblicato: 26/05/2025 17:09

Il clima politico si scalda. Le strade della capitale tornano a riempirsi di manifestanti. Migliaia di persone si ritrovano a Roma per protestare contro il dl sicurezza, il decreto che divide l’opinione pubblica e agita il dibattito nazionale. Le sigle studentesche, i centri sociali, i movimenti civici e numerose associazioni sfilano uniti nel centro cittadino.
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L’obiettivo della manifestazione resta chiaro fin dall’inizio. Bloccare il decreto voluto dal governo e mostrare dissenso verso quelle che i promotori definiscono misure repressive. Il corteo parte con slogan, striscioni, cori e cartelli. La partecipazione cresce durante il percorso.

Le forze dell’ordine si schierano lungo l’itinerario. I reparti mobili presidiano le vie d’accesso a piazza Montecitorio. L’attenzione resta alta. Le autorità temono disordini e preparano un dispositivo ampio. Le prime ore scorrono in modo ordinato.

Lo scontro con gli agenti e le cariche in via del Corso

La situazione cambia nel pomeriggio. Alcuni manifestanti provano a deviare dal percorso autorizzato. Un gruppo tenta di avanzare verso il Parlamento. Il cordone della polizia blocca il passaggio all’altezza di via del Corso. I manifestanti premono. Gli agenti reagiscono.

Parte la prima carica di alleggerimento. I manifestanti rispondono con lanci di oggetti. Alcuni usano bastoni e fumogeni. La tensione sale in pochi secondi. Le forze dell’ordine tornano a spingere. Le urla coprono ogni altra voce. Scoppia lo scontro.

Gli agenti colpiscono con i manganelli. I manifestanti cercano riparo. Alcuni finiscono a terra. Altri corrono lungo le vie laterali. Il corteo si spezza. Il centro storico si trasforma in un campo teso. I commercianti abbassano le saracinesche. I passanti fuggono.

Feriti e fermi dopo gli scontri

Il bilancio arriva solo dopo la calma. Tre manifestanti restano contusi. Un agente riceve cure per una ferita al volto. Due persone finiscono in stato di fermo. La questura conferma l’intervento per ripristinare l’ordine pubblico. Alcuni testimoni parlano di reazione sproporzionata. Altri denunciano l’aggressività di un gruppo organizzato.

Gli organizzatori rilasciano un comunicato. Difendono le ragioni della protesta. Condannano le violenze. Chiedono una commissione indipendente per verificare l’uso della forza. Annunciano nuove mobilitazioni.

La politica si divide sull’accaduto

Le reazioni non tardano. Esponenti dell’opposizione criticano la gestione dell’ordine pubblico. Chiedono l’intervento del Viminale. Il governo difende il decreto. Sottolinea la necessità di regole chiare per la sicurezza urbana. Ribadisce fiducia nelle forze dell’ordine.

Il ministro dell’Interno riceve un’informativa. Segue l’evolversi della situazione. Al momento non convoca il Comitato per l’ordine e la sicurezza. I vertici della polizia elogiano la tenuta degli agenti. Parlano di gestione complessa ma efficace.

Il corteo continua, ma Roma resta sotto osservazione

Una parte del corteo prosegue fino a piazza San Giovanni. I manifestanti si ricompattano. La tensione scende ma non sparisce. I cori contro il decreto si moltiplicano. Gli slogan diventano più accesi. I leader del movimento prendono la parola.

Le forze dell’ordine mantengono alta la guardia. I blindati presidiano i punti strategici. La città vive ore difficili. Il traffico impazzisce. I turisti restano bloccati. Roma resta sotto osservazione.

La protesta non si ferma

Gli organizzatori annunciano nuove iniziative. Promettono assemblee pubbliche, presidi davanti ai palazzi istituzionali, incontri nelle scuole. Chiedono il ritiro del decreto. Invitano tutte le realtà sociali a unirsi.

Intanto la città prova a tornare alla normalità. Le ferite della piazza restano aperte. Le immagini degli scontri rimbalzano sui social. Il dibattito corre veloce. Il decreto divide. La protesta cresce.

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Ultimo Aggiornamento: 26/05/2025 17:14

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