
Scandalo nelle forze dell’ordine a Siracusa. Il gip del Tribunale aretuseo ha disposto una misura cautelare nei confronti di due carabinieri e di un agente della polizia di Stato, accusati di induzione indebita a dare o promettere utilità, un reato previsto dall’articolo 319-quater del codice penale.
Al centro dell’inchiesta una denuncia presentata da una donna, che ha riferito agli inquirenti di essere stata costretta a concedere prestazioni sessuali ai tre indagati in cambio di presunti favori e interessamenti relativi a una vicenda giudiziaria che la riguardava e a problemi di convivenza con alcuni vicini.
I fatti si sarebbero verificati nel Comune di Priolo, in provincia di Siracusa. La vicenda, tenuta finora riservata, è emersa dopo il racconto dettagliato fornito dalla donna agli inquirenti, che ha dato il via a una complessa attività investigativa.

Le indagini sono state avviate lo scorso gennaio, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa. A condurre gli accertamenti sono stati gli uomini della Squadra mobile e gli stessi carabinieri, che hanno lavorato in piena sinergia per chiarire la portata e i contorni della denuncia.
Gli inquirenti hanno raccolto elementi ritenuti gravi a carico degli indagati, tali da convincere il giudice per le indagini preliminari a firmare l’ordinanza. Al momento non sono noti i dettagli delle misure cautelari applicate, ma si tratta di provvedimenti restrittivi per evitare possibili inquinamenti probatori o reiterazione del reato.
La Procura continua a mantenere il massimo riserbo, mentre proseguono gli interrogatori e le acquisizioni di ulteriori elementi di prova. Il caso ha già sollevato forte indignazione nell’opinione pubblica locale, con richieste di chiarezza e trasparenza su eventuali responsabilità individuali e sull’operato delle forze dell’ordine coinvolte.