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“Sì, è lui”. Scomparso nel nulla da 52 anni, la clamorosa svolta nelle indagini: finalmente la verità

Pubblicato: 26/05/2025 14:49

Una svolta sorprendente ha chiuso uno dei casi più misteriosi e irrisolti degli ultimi cinquant’anni. Dopo decenni senza risposte, i resti di uno studente universitario scomparso nel 1973 sono stati finalmente ritrovati. E a indicarne il luogo, con incredibile precisione, sarebbe stata una sensitiva che parlò con la madre del ragazzo oltre trent’anni fa. Il caso, rimasto sospeso per più di mezzo secolo, ha trovato la sua drammatica conclusione, portando sollievo – ma anche dolore – alla famiglia.

Il ritrovamento è stato definito dagli investigatori come un “miracolo dopo 52 anni”. Dopo innumerevoli piste seguite invano, l’indagine si è riaccesa grazie a una scoperta casuale e a un dettaglio del passato che ha colpito profondamente chi ha seguito il caso. Una vicenda fatta di mistero, determinazione e di una connessione che ha unito generazioni di investigatori e familiari nella ricerca della verità.

Il giovane scomparso si chiamava Douglas Brick, uno studente di 23 anni dell’Università dello Utah negli Stati Uniti, molto attivo nella vita accademica. Era svanito nel nulla il 12 ottobre 1973, lasciando dietro di sé soltanto domande. La polizia aveva ipotizzato tutto: dalla fuga volontaria a un possibile allontanamento per rifarsi una vita altrove. Ma nel 2022, due investigatori hanno deciso di riaprire il caso, seguendo ogni minima traccia con nuovo impegno.

La svolta è arrivata nell’autunno del 2023, quando un cacciatore ha scoperto frammenti di cranio sulle colline sopra l’università, in un’area impervia nota come Black Mountain. Dopo i test del DNA, a maggio 2024 è arrivata la conferma: quei resti appartenevano a Douglas Brick, con una corrispondenza genetica del 99,9% con un parente vivente. Ma è stato un vecchio diario della madre di Douglas, morta nel 2010, a riaccendere l’interesse per un dettaglio mai spiegato prima.

Nel 1990, la madre Donna scrisse di un incontro con una sensitiva in un grande magazzino a Salt Lake City. Alla domanda su suo figlio, la donna rispose che Douglas si trovava sulle colline sopra il campus e che era scivolato nel buio mentre pensava di togliersi la vita. Raccontò particolari precisi, che collimano con quanto emerso dalla recente scoperta. “Quei dettagli mi hanno colpito”, ha dichiarato il detective John Dial, che ha partecipato alle ricerche. “Il terreno era pericoloso anche di giorno. La descrizione era accurata”.

Gli inquirenti non sanno ancora con certezza come sia morto Brick, ma per la sua famiglia il ritrovamento è stato un atto liberatorio. “Non abbiamo mai perso la speranza”, hanno detto in un comunicato. Dial, che ha comunicato di persona la notizia ai familiari, ha ammesso di aver sentito un legame personale con il giovane. “Volevo solo chiudere il cerchio per loro”, ha detto. Una chiusura arrivata mezzo secolo dopo, in un caso dove la scienza, la determinazione e un’antica profezia si sono intrecciate in modo inaspettato.

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