
Sono passati quaranta giorni dalla misteriosa scomparsa di Clara Rossignoli, la 79enne di Verona sparita l’8 aprile scorso dopo una presunta lite avvenuta nell’abitazione che condivideva con il nipote Mattia Nascimben e la sua ex compagna Erica Chiarion. Oggi, dopo settimane di ricerche senza esito, le indagini potrebbero aver imboccato una svolta decisiva.
Uno degli elementi chiave è una traccia di sangue rinvenuta all’interno di un furgone ora sotto sequestro. Il veicolo sarebbe riconducibile al nuovo compagno di Erica Chiarion. Il mezzo è ora al centro delle attenzioni della Procura di Verona, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere a carico di Mattia Nascimben ed Erica Chiarion.
A coordinare le analisi genetiche è la professoressa Luciana Caenazzo, esperta di genetica forense. Oltre alla traccia ematica, è stato isolato un secondo campione biologico, sul quale gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Entrambi i reperti saranno confrontati con il profilo genetico di Clara Rossignoli, ricavato da oggetti personali della donna o, eventualmente, da campioni familiari.
Secondo fonti investigative, le tensioni all’interno della casa dove Clara viveva con il nipote e l’ex compagna di lui erano frequenti e alimentate da difficoltà economiche. Proprio questa convivenza difficile, culminata — secondo i racconti dei vicini — in una lite l’8 aprile, rappresenterebbe l’ultimo momento in cui la donna è stata vista viva. Da allora, il suo cellulare risulta spento, e ogni tentativo di localizzazione o contatto è stato vano.
Gli investigatori ritengono che il movente del possibile delitto possa essere legato alla convivenza conflittuale e a pressioni economiche sempre più insostenibili. Intanto, la ricerca del corpo prosegue, così come l’analisi dei reperti sequestrati, nella speranza che la verità emerga presto e che sia fatta giustizia per Clara Rossignoli.