
A 17 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il giallo di Garlasco si arricchisce di un nuovo elemento: un presunto agricoltore avrebbe assistito – o meglio, udito – una lite tra Chiara e il suo assassino pochi minuti prima della morte della giovane, avvenuta la mattina del 13 agosto 2007. Il racconto, rimasto nell’ombra per anni, è stato inserito nel fascicolo investigativo del 2016, durante l’indagine che per la prima volta aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
A raccogliere la testimonianza fu un investigatore privato, incaricato dai legali di Alberto Stasi – l’ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio – di pedinare Sempio. Durante le sue attività, lo 007 avrebbe appreso della presenza di un uomo anziano che si era recato in un negozio di autoricambi appartenente alla famiglia Stasi, affermando di “conoscere la verità” sull’omicidio.
Secondo quanto riportato nei verbali d’indagine, il presunto contadino avrebbe lavorato nei campi adiacenti alla villetta di via Pascoli e, in quel frangente, sarebbe stato in grado di sentire una conversazione animata, forse una lite, tra Chiara e il suo aggressore. Il fatto, se confermato, rappresenterebbe un dettaglio inedito, mai emerso durante le fasi investigative dal 2007 al 2016.
Il sopralluogo condotto dall’investigatore nei terreni retrostanti la villetta avrebbe effettivamente confermato la possibilità che quei campi fossero coltivati e che chi vi lavorava potesse udire eventuali voci provenienti dall’abitazione. Tuttavia, non è mai stata chiarita l’identità del presunto testimone né la veridicità del racconto, rimasto finora ai margini del procedimento.
Nella recente riapertura del caso, che vede Andrea Sempio indagato per omicidio volontario in concorso con ignoti, questa vecchia pista potrebbe ora tornare sotto i riflettori, alla luce dei nuovi approfondimenti disposti dalla Procura. Un contesto investigativo già complicato, e reso ancor più delicato dal coinvolgimento dell’agenzia privata in cui operava l’investigatore, recentemente finita nel mirino per il caso Equalize, società di sicurezza accusata di dossieraggi illeciti.
Il caso Poggi, mai completamente chiuso nell’opinione pubblica, si riaffaccia dunque con nuovi interrogativi e testimonianze che potrebbero riscrivere — almeno in parte — la dinamica di uno dei delitti più discussi della cronaca nera italiana.