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Gaza, caos a Rafah: assalto a centro aiuti Usa, operatori in fuga e colpi in aria

Pubblicato: 27/05/2025 19:27

Situazione fuori controllo a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove migliaia di palestinesi hanno preso d’assalto uno dei centri di distribuzione degli aiuti umanitari allestiti dagli Stati Uniti. La notizia è riportata da alcuni media israeliani, che citano video non verificati diffusi sui social.

Secondo queste ricostruzioni, l’assalto avrebbe costretto gli operatori americani a fuggire, lasciando il sito in balìa della folla. La recinzione perimetrale sarebbe stata divelta, e l’intero centro distrutto. Per tentare di contenere la situazione, un elicottero da combattimento israeliano avrebbe sparato in aria nel tentativo di disperdere la massa. Resta tuttavia incerto se i colpi siano partiti dalle forze israeliane o da membri della sicurezza privata statunitense incaricata della protezione dei centri.

Le immagini che circolano online mostrano centinaia di persone in corsa verso il sito, in un clima di tensione estrema e disperazione, ma la situazione resta confusa e in continua evoluzione. Dalla Striscia, per ora, non arrivano conferme ufficiali, né l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha rilasciato dichiarazioni sull’accaduto.

Poche ore prima del caos, l’IDF aveva annunciato l’avvio delle attività in due dei quattro centri di distribuzione predisposti nella Striscia, con la consegna dei primi pacchi alimentari a migliaia di famiglie palestinesi. I centri sono gestiti da una società di sicurezza privata americana, mentre l’esercito israeliano assicura la sorveglianza esterna.

Tre dei quattro siti si trovano nell’area di Tel Sultan, a Rafah, il quarto è situato nel corridoio di Netzarim, più a nord, vicino a Gaza City.

Questo nuovo episodio di caos e violenza nei punti di distribuzione degli aiuti umanitari evidenzia l’estrema fragilità della situazione umanitaria a Gaza e la crescente difficoltà logistica e politica nel garantire accesso sicuro e ordinato agli aiuti, in un contesto segnato da fame, sfollamenti di massa e pressioni militari.

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