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Il Consiglio d’Europa all’Italia: “Studi razzismo tra le forze di polizia”, Meloni: “Accuse vergognose”

Pubblicato: 28/05/2025 14:36
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Il Consiglio d’Europa lancia un appello diretto al governo italiano affinché venga avviato “uno studio indipendente sulla profilazione razziale” nel Paese. La richiesta, contenuta nel rapporto annuale dell’Ecri, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, è stata presentata mercoledì 28 maggio durante una conferenza stampa a Strasburgo. A illustrarne i contenuti è stato Bertil Cottier, presidente dell’organismo antirazzismo dell’istituzione paneuropea, che conta 46 Stati membri.
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Le conclusioni dell’Ecri hanno immediatamente suscitato forti reazioni politiche in Italia, in particolare da parte dei rappresentanti del centrodestra, che accusano l’organismo europeo di delegittimare le forze dell’ordine italiane.

Il rapporto Ecri: profilazione, segregazione, transfobia

Tra i principali temi emersi nel rapporto figurano la profilazione razziale da parte della polizia, la segregazione scolastica degli alunni rom e la transfobia. Secondo il Consiglio d’Europa, il frequente ricorso a perquisizioni e fermi basati su fattori come l’origine etnica, il colore della pelle, la religione o la cittadinanza indicherebbe un problema sistemico.

“L’Ecri ha osservato queste pratiche — si legge nel comunicato ufficiale — durante il controllo delle frontiere, le operazioni anti-terrorismo e nelle attività di vigilanza nelle aree urbane a rischio, anche in assenza di sospetti specifici nei confronti dei singoli individui”.

L’organismo ha inoltre sottolineato come tali prassi producano un senso diffuso di umiliazione e ingiustizia, oltre a minare la credibilità delle forze dell’ordine che agiscono nel rispetto della legge e degli standard etici professionali.

Le reazioni della politica italiana: “Accuse inaccettabili”

Le dichiarazioni provenienti da Strasburgo hanno provocato un’immediata e durissima reazione da parte dei rappresentanti del centrodestra italiano. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha definito le affermazioni del Consiglio “fuorvianti e inaccettabili”, sostenendo che non si possa tollerare “l’ennesimo attacco contro chi ogni giorno garantisce la nostra sicurezza”.

Sulla stessa linea si è espresso Ignazio La Russa, presidente del Senato, che ha voluto esprimere solidarietà e gratitudine a tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine, riconoscendo il loro “sacrificio quotidiano” per garantire la sicurezza dei cittadini.

Ancora più duro il commento dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, secondo cui il Consiglio d’Europa ha perso il proprio ruolo istituzionale, trasformandosi in una ong politicizzata che si sostiene con fondi pubblici, anche italiani. Procaccini ha parlato di “sparata ideologica” e di pregiudizi politici, accusando l’organismo di essersi “piegato a logiche militanti”.

Meloni: “Accuse vergognose”

“Le parole pronunciate dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa che accusano le forze di polizia italiane di razzismo sono semplicemente vergognose”. Lo scrive su X la premier, Giorgia Meloni che replica così alle accuse alla Polizia italiana.

“Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti delle forze dell’ordine vengono aggrediti, spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il proprio dovere con coraggio, dedizione ,rispetto. Non è la 1ma volta che si abbandonano a giudizi infondati, frutto di un approccio ideologico e pregiudizi evidenti”.

Fidanza: “Una deriva ideologica, il governo difende chi ci protegge”

Anche l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza ha attaccato frontalmente il rapporto, definendo la richiesta dell’Ecri una “deriva ideologica inaccettabile”. Fidanza ha ricordato le recenti sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di immigrazione, che hanno provocato la reazione dell’esecutivo italiano con l’iniziativa congiunta tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la premier danese Mette Frederiksen.

“Ancora una volta si accusa senza prove chi lavora ogni giorno per la sicurezza pubblica — ha dichiarato Fidanza — ma la risposta più concreta a queste accuse è il disegno di legge Sicurezza del governo Meloni, che tutela e valorizza l’impegno delle forze dell’ordine”.

Scurria: “Difendere la polizia è difendere le istituzioni”

In una nota diffusa a margine della polemica, anche il senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria, componente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa, ha espresso forte contrarietà. Secondo Scurria, l’Ecri avrebbe abbandonato il ruolo di arbitro imparziale per assumere una posizione ideologica che rischia di compromettere la sua stessa credibilità istituzionale.

Accusare le forze di polizia italiane di atti di razzismo è un insulto al loro operato quotidiano, soprattutto nelle aree più difficili del Paese, dove intervengono per salvare vite e proteggere i più deboli. Difendere queste donne e questi uomini significa anche difendere il senso autentico dell’Europa”, ha affermato il senatore.

Tra diritti e sicurezza: lo scontro continua

Il rapporto dell’Ecri e la reazione della politica italiana mettono ancora una volta in evidenza la tensione tra la tutela dei diritti umani e la sicurezza pubblica. Da un lato, le istituzioni europee denunciano pratiche discriminatorie potenzialmente sistemiche; dall’altro, esponenti del governo italiano e della maggioranza difendono l’operato delle forze dell’ordine, ritenendo infondate e offensive le accuse di razzismo.

Resta ora da vedere se il governo accoglierà l’invito del Consiglio d’Europa a condurre uno studio indipendente sulla profilazione razziale. Nel frattempo, il dibattito rimane acceso, alimentato da visioni profondamente divergenti su cosa significhi oggi difendere i diritti e garantire la sicurezza in uno Stato democratico.

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Ultimo Aggiornamento: 28/05/2025 18:51

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