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“Se non volete ascoltare andatevene a casa”, il deputato del M5S sbotta: rissa sfiorata alla Camera

Pubblicato: 28/05/2025 15:01
M5S Aiello rissa Camera

Attimi di forte tensione si sono verificati alla Camera dei deputati durante la discussione sul decreto Sicurezza, uno dei provvedimenti più discussi del governo guidato da Giorgia Meloni. A innescare la bagarre in Aula è stato l’intervento del deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Aiello, che ha fortemente criticato la misura, arrivando a rivolgersi duramente ai colleghi della maggioranza con l’invito: “Se non volete ascoltare, se non volete lavorare, andatevene a casa”.
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Il momento di tensione in Aula

La scena si è verificata pochi minuti prima del voto di fiducia sul decreto, durante la discussione generale. Il deputato Aiello, salito al podio per esprimere la posizione contraria del suo gruppo parlamentare, ha avanzato una critica articolata e serrata contro il contenuto del provvedimento. Il tono del suo intervento è andato via via inasprendosi, in particolare quando si è accorto del disinteresse e della mancanza di attenzione da parte dei deputati della maggioranza di centrodestra.

In quel momento, il parlamentare del M5S ha alzato la voce, accusando i colleghi di non voler affrontare con serietà il confronto democratico e ha esclamato la frase che ha fatto esplodere la tensione: “Se non volete ascoltare, se non volete lavorare, andatevene a casa”. La frase ha provocato reazioni immediate, con numerosi deputati della maggioranza che hanno cominciato a protestare rumorosamente.

Il gesto provocatorio e l’intervento della presidenza

Secondo quanto osservato in Aula, alcuni parlamentari del centrodestra avrebbero fatto cenno ad Aiello di avvicinarsi ai loro banchi, con atteggiamenti considerati provocatori da alcuni presenti. La situazione ha rischiato di degenerare, ma è stata contenuta grazie all’intervento del presidente di turno, Sergio Costa, esponente del Movimento 5 Stelle, che ha invitato tutti i deputati a mantenere la calma e a proseguire il dibattito nei limiti del rispetto reciproco.

Un clima sempre più polarizzato

L’episodio è solo l’ultimo di una serie di scontri verbali che hanno segnato la discussione sul decreto Sicurezza, provvedimento che ha visto l’opposizione sollevare critiche su più fronti, soprattutto per quanto riguarda le misure legate all’ordine pubblico e all’immigrazione. Il governo Meloni, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ha difeso il decreto come uno strumento necessario per garantire maggiore sicurezza nelle città e rafforzare il ruolo delle forze dell’ordine.

Il Movimento 5 Stelle, insieme al Partito Democratico e ad Alleanza Verdi-Sinistra, ha invece denunciato una deriva repressiva, sostenendo che le norme approvate rischino di limitare i diritti fondamentali, soprattutto in materia di protesta sociale e gestione del dissenso.

Il ruolo dell’Aula nel confronto democratico

L’episodio che ha coinvolto Davide Aiello riaccende il dibattito sul ruolo del Parlamento come luogo di confronto e ascolto tra posizioni diverse. La tensione, il tono acceso, ma soprattutto la mancanza di attenzione da parte dei deputati durante gli interventi, sono sintomi di una crescente polarizzazione politica. In un clima del genere, anche un semplice appello al rispetto delle regole democratiche può trasformarsi in motivo di scontro.

L’intervento di Sergio Costa, seppur efficace nel riportare la calma, non ha cancellato la sensazione di una frattura sempre più profonda tra maggioranza e opposizione. Il decreto Sicurezza continua a rappresentare non solo una questione normativa, ma anche un banco di prova per il dibattito politico in Italia, che appare sempre più segnato da toni accesi e atteggiamenti di chiusura.

Le prossime sfide politiche

Con il voto di fiducia ormai alle porte, l’episodio in Aula mostra quanto sia difficile mantenere un dialogo istituzionale costruttivo in un contesto politico così fortemente diviso. La sfida, per tutte le forze parlamentari, sarà ora quella di riconquistare la centralità del Parlamento, non solo come luogo di decisione, ma anche come spazio di ascolto e confronto. Solo così sarà possibile affrontare in modo serio le questioni legate alla sicurezza, ai diritti civili e alla coesione sociale, evitando che ogni dibattito si trasformi in una pura contrapposizione ideologica.

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