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Garlasco, lo specchio che può cambiare la storia dell’omicidio di Chiara Poggi: ecco perché

Pubblicato: 28/05/2025 11:18

Un dettaglio finora trascurato – lo specchio di un lavabo – potrebbe riscrivere la scena dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua abitazione di Garlasco il 13 agosto 2007. Le nuove indagini della Procura di Pavia si concentrano su una ricostruzione sconvolgente: l’assassino si sarebbe fermato davanti allo specchio prima di fuggire, lasciando dietro di sé quattro lunghi capelli neri. La presenza di questi capelli sul bordo del lavabo, ben visibile in una foto scattata dai Ris durante i sopralluoghi, suggerisce che possano essere caduti in un momento successivo al delitto.

Tra gli elementi oggi al vaglio degli inquirenti, spiccano anche nuove perizie su impronte e calzature. Sul tappeto del bagno e sulla porta interna della villetta erano state individuate tracce insanguinate mai attribuite con certezza. Gli investigatori ora ipotizzano che l’assassino si sia mosso con familiarità all’interno della casa, prendendosi anche il tempo di specchiarsi, in contrasto con l’idea di una fuga precipitosa.

Torna centrale anche il tema della famosa impronta “a pallini”, per anni considerata compatibile con scarpe Frau numero 42, modello che si riteneva appartenesse ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara e unico condannato per il delitto. Una perizia difensiva recente mette però in dubbio questa compatibilità, suggerendo che la suola potrebbe coincidere con numeri dal 41 al 43 e, soprattutto, con il passo di Andrea Sempio, amico di famiglia da tempo sotto osservazione.

L’ipotesi investigativa alternativa rivede anche la dinamica dell’aggressione: non più due colpi distinti, ma un’aggressione multipla, forse con più armi, iniziata alla base delle scale e proseguita lungo i gradini. Alcune impronte sui muri potrebbero confermare un contatto fisico più complesso, con l’aggressore che si sarebbe spinto in avanti durante l’assalto. Anche la traiettoria dei colpi è oggetto di approfondite analisi.

Un altro punto chiave riguarda proprio Andrea Sempio, oggi di nuovo al centro dell’inchiesta. Già nel 2016 emerse la sua presenza sulla scena del crimine, rilevata da tracce di saliva su un computer acceso nella casa della vittima. Le indagini non portarono a un’imputazione, ma ora un testimone mai ascoltato potrebbe fare la differenza: un agricoltore sostiene di aver udito una lite tra Chiara e un uomo la mattina del delitto. Un episodio raccontato a un investigatore privato nel 2016 e finora mai approfondito.

Sempio, all’epoca 19enne, era molto amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, e frequentava abitualmente la casa di via Pascoli. Nuovi elementi, tra cui sms della madre che sembrerebbero contraddire il suo alibi, hanno riportato il suo nome nel fascicolo. La difesa di Stasi insiste: “Sempio deve essere indagato, Nordio ha ragione, Stasi è innocente”.

Intanto, la posizione di Alberto Stasi, condannato nel 2015 a 16 anni in via definitiva, torna a far discutere. La Procura non ha ancora avviato una richiesta formale di revisione del processo, ma il quadro accusatorio potrebbe incrinarsi: l’impronta di un palmo compatibile con Sempio è sparita e una nuova testimonianza di un frate, amico della famiglia Poggi, potrebbe fornire ulteriori elementi. Il frate, Alessandro Biasibetti, è stato convocato per fornire un campione del suo DNA.

Il caso Garlasco, uno dei più controversi della cronaca giudiziaria italiana, torna così al centro dell’attenzione. Con nuovi elementi, nuove ipotesi e vecchie domande ancora senza risposta: chi ha davvero ucciso Chiara Poggi?

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