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Mare Jonio, sette rinvii a giudizio: processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Pubblicato: 28/05/2025 20:41

Il Gup del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininnà, ha disposto il rinvio a giudizio per tutti i sette imputati coinvolti nel caso della Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea Saving Humans. Il procedimento riguarda l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante di aver tratto profitto dall’operazione di soccorso in mare.

A processo andranno Pietro Marrone, comandante della nave, Alessandra Metz, legale rappresentante della società armatrice Idra Social Shipping, Giuseppe Caccia, vicepresidente del CdA di Idra e capo spedizione, Luca Casarini, fondatore di Mediterranea, e tre membri dell’equipaggio: la dottoressa Agnese Colpani, il soccorritore Fabrizio Gatti e il tecnico Geogios Apostolopoulos.

Casarini: “Processo all’omissione di soccorso”

“Sappiamo benissimo cosa abbiamo fatto: abbiamo aiutato 27 persone, lasciate in mare per 38 giorni”, ha dichiarato Luca Casarini, ribadendo la linea difensiva. “Non ci faremo spaventare da nessuno. Questo processo diventerà l’occasione per chiedere conto a ministri, governi e autorità sul perché queste persone sono state lasciate in mezzo al mare. Diventerà un processo all’omissione di soccorso. Nel frattempo noi non restiamo impauriti in un angolino, anzi, raddoppiamo”.

Le accuse e le contestazioni difensive

Secondo l’impostazione dell’accusa, la Mare Jonio avrebbe agito in violazione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane, e in coordinamento con la portacontainer Maersk Etienne, su cui si trovavano i naufraghi, al termine di un’operazione complessa nell’agosto del 2020. Tuttavia, la difesa respinge con forza le accuse.

“Nel corso delle indagini preliminari sono state utilizzate intercettazioni tra noi avvocati e i nostri assistiti, e cercheremo di capire come mai questo provvedimento sia stato ritenuto valido”, ha dichiarato Serena Romano, legale dei sette imputati. “Sentiremo anche i vertici della Maersk, che ci diranno che non c’è stato nessun accordo economico tra la nave e la Mare Jonio. Porteremo in aula i naufraghi, per raccogliere la loro testimonianza. Questo è un processo ai soccorsi, oggi c’è stata la piena volontà di processare i soccorsi”.

Il caso

Il caso Mare Jonio è uno dei più simbolici della criminalizzazione delle Ong, nell’ambito delle missioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale. La vicenda ruota intorno al trasbordo dei migranti dalla Maersk Etienne, nave battente bandiera danese, alla Mare Jonio, e alla successiva decisione di entrare in acque italiane per sbarcare i naufraghi. Un’azione definita umanitaria dagli imputati, che ora dovranno difendersi in aula da accuse che, nel loro impianto, mettono in discussione la legittimità stessa del soccorso in mare.

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