
Martedì 3 giugno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni riceverà a Roma il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per un incontro di lavoro. Al centro del colloquio, secondo fonti di Palazzo Chigi, ci saranno i principali temi dell’agenda internazionale, con un’attenzione crescente alla guerra in Ucraina e ai delicati equilibri nei rapporti transatlantici.
Divergenze strategiche, urgenza di convergenza
L’incontro arriva in un momento di profonda incertezza sul futuro della guerra e del sostegno occidentale a Kiev. La Francia ha adottato una linea sempre più assertiva, con Macron che non ha escluso l’ipotesi di invio di truppe europee sul terreno “se necessario”. Una posizione che ha spiazzato molte capitali, tra cui Roma. L’Italia ha sempre garantito un sostegno fermo e costante all’Ucraina, ma senza mai abbandonare il proprio ancoraggio atlantico e una linea di cautela nei confronti di Mosca.
L’ombra lunga di Trump e il dilemma europeo
Oltre alla situazione militare, pesa il grande interrogativo rappresentato dagli Stati Uniti. La rielezione di Donald Trump ha riaperto il dibattito sulla tenuta del legame tra Washington e l’Europa. Meloni, che finora ha mantenuto un profilo pragmatico e fedele alla linea Nato, è consapevole che un eventuale disimpegno americano costringerebbe l’Europa a rivedere radicalmente il proprio ruolo. Il dialogo con Macron punta a evitare che la spinta francese verso un’autonomia strategica si trasformi in una corsa solitaria e, al tempo stesso, a preparare un piano B europeo nel caso in cui il sostegno statunitense si indebolisca.
Kiev osserva, Mosca minaccia
Kiev, che ha più volte espresso riconoscenza sia a Roma sia a Parigi, attende ora segnali chiari e coerenti. Il rischio che l’Europa appaia divisa o titubante rappresenterebbe un vantaggio strategico per il Cremlino. Dalla Russia sono già arrivate reazioni dure alle parole di Macron, definite “provocazioni pericolose”. Il vertice di Roma potrebbe rappresentare un passaggio decisivo per rafforzare la credibilità dell’Europa e la sua capacità di agire come attore politico autonomo, ma unito.
Una posta che va oltre il bilaterale
Il colloquio tra Meloni e Macron non sarà solo un confronto tra due governi. È un test per la maturità strategica dell’intera Unione europea, che si trova oggi davanti a una scelta: restare ancorata alla protezione americana o iniziare a costruire un ruolo indipendente ma credibile. Senza illusioni ideologiche, senza fughe in avanti, ma con la consapevolezza che l’ambiguità, in questo scenario, non è più sostenibile.