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Muore a 63 anni investita in bici in città: non ce l’ha fatta!

Pubblicato: 28/05/2025 00:03

Il manubrio spezzato, una ruota piegata su sé stessa, i paletti divelti e, a distanza, un semaforo inclinato come un testimone muto. È la traccia lasciata da un pomeriggio di fine maggio che si è trasformato in tragedia: una donna in bicicletta, pochi metri da casa, travolta da un’auto fuori controllo. La bici è rimasta a terra come un’ombra, la strada segnata dal silenzio improvviso che segue ogni impatto.

Il nome è quello di Svitlana Pavlyk, 63 anni, da poco compiuti. Una vita che si spezza all’improvviso, in via Sant’Adele, tra i marciapiedi familiari di Corsico, alle porte di Milano. L’urto violentissimo, la corsa dei soccorsi, l’arrivo in ospedale in arresto cardiocircolatorio. Poi l’attesa, la lotta tra la vita e la morte. E infine, la notizia che nessuno avrebbe voluto scrivere.

L’impatto alle 15.59: auto travolge la bici, poi si schianta contro un semaforo

Tutto avviene alle 15.59, come indicato da Areu, l’Azienda regionale emergenza urgenza. L’auto, una Mitsubishi ASX, è guidata da un uomo di 67 anni. Secondo i rilievi, potrebbe aver perso il controllo del mezzo in seguito a un malore. La macchina, senza più guida lucida, ha colpito la bicicletta su cui si trovava la donna, poi ha continuato la sua corsa abbattendo dei paletti di protezione e finendo la sua traiettoria contro un semaforo a circa 250 metri di distanza.

I primi a intervenire sono stati un’automedica, due ambulanze e l’elisoccorso, oltre ai vigili del fuoco. Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche polizia locale e carabinieri, che hanno delimitato l’area e avviato i rilievi tecnici. La signora Pavlyk, trovata priva di coscienza, è stata trasportata d’urgenza al San Carlo di Milano. I medici hanno tentato disperatamente di rianimarla, ma ogni tentativo è stato inutile. L’uomo al volante, invece, ha riportato traumi minori alle mani ed è stato trasportato all’ospedale di Rozzano.

Una dinamica ancora da chiarire, ma l’urto è stato devastante

La scena dell’impatto ha restituito agli inquirenti elementi inequivocabili: la bicicletta distrutta, segni sull’asfalto, barriere abbattute, componenti dell’auto sparsi. Tutti dettagli che raccontano la violenza dell’urto e saranno ora analizzati per comprendere le cause precise e accertare eventuali responsabilità.

Corsico piange una sua cittadina, investita in un pomeriggio qualunque, mentre era semplicemente in sella alla sua bici, nel suo quartiere. Restano i fiori che qualcuno ha già lasciato sul bordo del marciapiede e le domande che, come sempre, arrivano troppo tardi.

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