
Un documento che si è fatto attendere per settimane, invocato a più riprese da Kiev e dalle capitali occidentali, potrebbe ora riaprire uno spiraglio. La Russia ha annunciato ufficialmente di voler riprendere i colloqui di pace con l’Ucraina, proponendo come sede Istanbul e come data lunedì 2 giugno. A darne notizia è stato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che ha spiegato: “La nostra delegazione è pronta a presentare questo memorandum alla delegazione ucraina e a fornire le spiegazioni necessarie durante un secondo giro di colloqui diretti”.
Il memorandum russo, secondo Lavrov, sarà la base per discutere un possibile cessate il fuoco. La sua redazione era attesa sin dall’incontro del 16 maggio, quando Kiev aveva trasmesso alla controparte russa un proprio documento negoziale e chiesto formalmente una risposta scritta. Ma da allora, Mosca aveva preso tempo.
Trump: “Entro due settimane capiremo se Putin è serio”
Parallelamente, Lavrov ha avuto una conversazione telefonica con il segretario di Stato statunitense Marco Rubio, nella quale è emersa la volontà del presidente Donald Trump di accelerare verso una soluzione. “Il presidente vuole porre fine al conflitto il più rapidamente possibile”, avrebbe detto Rubio, secondo una nota del Ministero degli Esteri russo. Lavrov, dal canto suo, ha condiviso con l’omologo americano i contenuti preliminari del memorandum.
Trump ha poi parlato pubblicamente: “Entro due settimane scopriremo se Putin ci sta prendendo in giro oppure no. Se è così, risponderemo in modo un po’ diverso”. Il presidente ha anche spiegato perché non ha ancora imposto nuove sanzioni: “Sono molto più duro di quanto si pensi, ma bisogna sapere quando usare quella durezza. Questa non è la mia guerra. È la guerra di Biden, la guerra di Zelensky, la guerra di Putin. Io voglio solo salvarci da 5 mila morti a settimana e da un’enorme spesa”.
Kiev: “Pronti a cessate il fuoco totale e a proseguire i negoziati”
Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha confermato la disponibilità a un cessate il fuoco completo e incondizionato e la volontà di continuare i negoziati. “Abbiamo trasmesso alla Russia la nostra posizione già settimane fa. Dopo l’incontro in Turchia del 16 maggio, il mondo si aspettava un documento dalla Russia. Sfortunatamente hanno cercato di guadagnare tempo. Ma la pressione ha funzionato”.
Umerov ha sottolineato che “i russi hanno finalmente annunciato di aver finalizzato il loro memorandum, ma stanno ritardando il trasferimento. Ora li invitiamo a rispettare questa promessa. La diplomazia deve avere un significato. E un nuovo incontro deve produrre risultati concreti”. Secondo Umerov, Mosca ha ora “almeno altri quattro giorni” per presentare il documento.
Verso Istanbul, tra attese e diffidenze
L’annuncio russo e l’apertura ucraina indicano una fase delicata ma potenzialmente decisiva. La sensazione, nelle cancellerie europee, è che le prossime due settimane saranno cruciali. Sul tavolo c’è la credibilità di Mosca, la strategia negoziale di Trump e la tenuta dell’Ucraina, sotto pressione militare e diplomatica.
La scelta di Istanbul come sede non è casuale: la Turchia resta uno dei pochi attori ad avere contatti aperti con entrambe le parti. Ma perché il 2 giugno segni davvero una svolta, serve molto più di un’agenda: servono intenzioni reali, testi condivisi e un terreno comune che finora è mancato. E soprattutto, serve la volontà politica di porre fine a una guerra che, giorno dopo giorno, diventa sempre più lunga, costosa e pericolosa per tutti.