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Bimbo seviziato dal padre per avere il sussidio, la notizia dai medici: danni permanenti

Pubblicato: 29/05/2025 13:47

Un neonato di cinque mesi ricoverato in terapia intensiva, con lesioni gravi e permanenti. Un padre ventiduenne che approfitta dell’accesso esclusivo alla stanza per infierire su di lui, anche in ospedale, dove il piccolo avrebbe dovuto essere al sicuro. Una madre ignara, o forse inconsapevole, che oggi rischia di vedere i suoi figli crescere lontano da casa. È una vicenda agghiacciante quella emersa a Padova, un caso che scuote profondamente la coscienza pubblica.

Lo racconta il professor Giorgio Perilongo, primario di pediatria all’ospedale di Padova: “Il bambino sta migliorando giorno dopo giorno, ma ha ancora bisogno di un supporto intensivo“. Le condizioni cliniche, purtroppo, non lasciano spazio a illusioni: il piccolo ha subito una parziale amputazione della lingua, lesione che potrebbe compromettere per sempre deglutizione e linguaggio. La speranza è affidata a percorsi riabilitativi e, più avanti, a interventi chirurgici.

La decisione del padre: “mutilarlo” per ottenere il sussidio

Ma dietro le ferite non c’è una malattia, non un incidente. Secondo gli inquirenti, il padre del piccolo, disoccupato, con precedenti per truffa, avrebbe deliberatamente inferto danni al neonato per ottenere un sussidio d’invalidità. Una strategia criminale, costruita sulla pelle di un figlio indifeso. Il sospetto nasce dopo mesi di ricoveri inspiegabili: ogni volta che il bambino sembrava migliorare, precipitosamente peggiorava.

I medici, insospettiti dalle nuove lesioni orali e da danni interni agli organi, hanno dato l’allarme. La Procura ha autorizzato il posizionamento di microcamere nella stanza della terapia intensiva. Le immagini non lasciano dubbi: è stato proprio il padre a infliggere violenze. Arrestato in flagrante, mentre colpiva ancora il bambino, è stato portato in carcere. In silenzio durante l’arresto e durante l’interrogatorio di garanzia. Il giudice ha convalidato la custodia cautelare, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi.

La madre, appena ventenne, sostiene di non essersi mai accorta di nulla. Eppure, il bambino era stato ricoverato a più riprese dall’agosto scorso. Ora, è probabile che venga trasferita in una comunità protetta con il figlio maggiore, di tre anni, e il neonato quando sarà dimesso. Un tentativo di salvare almeno ciò che resta di questa famiglia spezzata da una crudeltà inconcepibile.

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