
Le nuvole si erano appena rotte, lasciando spazio a una luce lattiginosa che filtrava tra le vette. La sagoma dell’aereo si era alzata lenta, come un rituale abituale in un cielo senza vento. Poi, il silenzio rotto da un colpo secco, improvviso, che ha fatto voltare lo sguardo a chi camminava per strada o lavorava nei campi sottostanti. Una colonna di fumo ha iniziato a salire tra gli alberi, là dove la vegetazione si infittisce sopra le case basse e le antenne scintillanti. Nessuno capiva. Nessuno parlava.
Il luogo dell’impatto era irraggiungibile per minuti lunghissimi. Solo dopo, tra i primi soccorritori, si è fatto largo l’odore acre di carburante e metallo bruciato. I rottami erano sparsi in un raggio di decine di metri. Nessun superstite in vista. Nessun rumore, tranne quello della radio militare che gracchiava senza ricevere risposta.
L’incidente durante l’addestramento
È successo nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 29 maggio, quando un aereo da pattugliamento marittimo della Marina sudcoreana, un P-3 Orion, si è schiantato contro una collina nella zona montuosa di Sinjeong-ri, vicino alla città di Pohang, pochi minuti dopo il decollo. Il volo era partito dalla base navale di Jeju alle 13:43, diretto a un’esercitazione standard di decollo e atterraggio.
Alle 13:49, sei minuti appena, l’impatto. La zona scelta per l’esercitazione era vicina a un’area residenziale, e diversi testimoni hanno riferito di aver visto una traiettoria innaturale, poi il fumo, poi il fuoco.
Nessuno si è salvato
A bordo si trovavano quattro militari sudcoreani, tra cui due ufficiali e due sottufficiali. Inizialmente si era parlato di due dispersi, ma nel tardo pomeriggio fonti ufficiali della Marina hanno confermato che tutti i corpi sono stati recuperati e che nessuno degli occupanti è sopravvissuto.
Nessun civile è rimasto coinvolto nell’ impatto. Il relitto, però, è finito a meno di 300 metri da un complesso residenziale, e le operazioni di messa in sicurezza hanno richiesto l’evacuazione temporanea di alcune famiglie.
Indagini e sospetti sui velivoli datati
Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento. La Marina ha istituito un’unità investigativa interna, mentre tutti gli altri P-3 Orion sono stati messi temporaneamente a terra in attesa di verifiche tecniche. Secondo fonti militari citate dalla stampa coreana, il velivolo potrebbe aver avuto un comportamento anomalo in volo, con una perdita di controllo improvvisa.
Non si esclude un guasto meccanico, anche alla luce dell’età degli aerei: la flotta di P-3 in dotazione alla Corea del Sud è attiva dal 1995. Questo è il primo incidente mortale noto che coinvolge uno di questi velivoli nel Paese.
Un boato nella memoria
Solo qualche mese fa, il Paese aveva pianto le vittime del disastro del volo Jeju Air, precipitato all’aeroporto di Muan con 179 morti. Oggi, sebbene le proporzioni siano diverse, il dolore si rinnova.
I familiari sono stati avvisati nel tardo pomeriggio. Le immagini della collina annerita dai rottami hanno iniziato a circolare sui media. Le bandiere nelle basi navali sono state abbassate. E intanto, nel punto dove il velivolo ha toccato la montagna, la vegetazione sembra ancora tremare.