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Michele muore così a 27 anni, si sarebbe sposato tra una settimana: il cognato morto nello stesso modo un anno fa

Pubblicato: 29/05/2025 22:48

In alcune aree d’Italia, le tensioni legate al controllo del territorio si manifestano in forme brutali e silenziose. Piccole attività economiche, apparentemente marginali, diventano oggetto di interessi criminali che non esitano a usare la violenza per affermare la propria supremazia. I segnali di questo scontro emergono con episodi tragici, che puntualmente riportano l’attenzione su una realtà fatta di faide, vendette e potere sotterraneo.

Negli ultimi anni, una zona in particolare ha mostrato una preoccupante frequenza di atti di sangue, tutti legati a un settore insospettabile ma redditizio. L’ultima vittima, giovane e già nota agli inquirenti, è stata colpita a morte in una località che ormai pare diventata sinonimo di regolamenti di conti.

Colpito mentre lavorava nei boschi

Il fatto è avvenuto questa mattina in un’area rurale tra le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. La vittima, un uomo di 27 anni, si trovava nella località denominata “Prateria” per motivi lavorativi legati al commercio di legname, un’attività in cui era attivo da tempo. Secondo una prima ricostruzione, è stato raggiunto da numerosi colpi di fucile a pallettoni, esplosi da distanza ravvicinata. I soccorsi, allertati subito dopo gli spari, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

L’omicidio segue uno schema che negli ultimi mesi si è ripetuto più volte nella stessa zona. Il giovane ucciso era infatti il cognato di un’altra vittima, assassinata con modalità simili nell’aprile del 2024, sempre nella medesima località, mentre si recava in un cantiere boschivo. Un dettaglio che alimenta l’ipotesi di una faida legata al controllo del settore forestale, con possibili infiltrazioni di gruppi legati alla criminalità organizzata.

Una lunga scia di sangue

Quello di oggi è solo l’ultimo di una serie di delitti efferati. Nel settembre 2022, un trentenne era stato ucciso mentre lavorava su un trattore. Due mesi più tardi, a cadere era stato un ventunenne, freddato con colpi d’arma da fuoco. Tutti gli omicidi si sono verificati nell’area di San Pietro di Caridà, diventata epicentro di una guerra sotterranea che potrebbe ruotare attorno al traffico illegale di legname.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Palmi e condotte dai carabinieri, sono in corso. Non si esclude che la Direzione Distrettuale Antimafia possa intervenire direttamente, viste le dinamiche e la sistematicità dei fatti. Dietro una zona apparentemente tranquilla, si nasconde un conflitto brutale per il controllo di un’economia che, pur nascosta tra i boschi, muove interessi milionari.

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