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Nicola Zanelli, morto il generale paracadutista: da decenni in missione tra Somalia, Iraq e Afghanistan

Pubblicato: 29/05/2025 14:46
Nicola Zanelli morto generale

Si è spento all’età di 61 anni il generale paracadutista Nicola Zanelli, uno dei protagonisti più autorevoli delle missioni militari italiane all’estero negli ultimi decenni. Mercoledì 28 maggio, Zanelli è deceduto presso l’Hospice di Montericco, nel Reggiano, per le complicanze di una malattia diagnosticata alcuni mesi fa. Originario di Felina, sull’Appennino reggiano, lascia la moglie Romana, i suoi quattro figli e una lunga carriera contrassegnata da dedizione, coraggio e professionalità.
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Il funerale si terrà venerdì 30 maggio alle ore 15.30 presso la chiesa parrocchiale del suo paese natale, dove riposerà nel cimitero locale, secondo la sua volontà.

Dai paracadutisti “Col Moschin” alla guida delle forze speciali

La formazione di Nicola Zanelli è iniziata tra il 1982 e il 1986 presso le Accademie Militari di Modena e Torino, per poi proseguire con esperienze formative anche nel Regno Unito. Il suo ingresso operativo avviene nel 9° Battaglione d’assalto paracadutisti “Col Moschin” di Livorno, reparto d’élite dell’esercito italiano.

Zanelli è stato protagonista di alcune delle missioni internazionali più complesse affrontate dalle forze armate italiane: nel 1993, guidò il reggimento paracadutisti “Folgore” durante l’operazione “Restore Hope” in Somalia, distinguendosi nel combattimento del 2 luglio al famigerato checkpoint Pasta di Mogadiscio.

L’esperienza in Iraq e in Afghanistan

Nel corso del tempo, Nicola Zanelli ha proseguito il suo impegno sul campo in contesti sempre più delicati. Nel 2003 fu impegnato in Iraq, mentre tra il dicembre 2020 e il luglio 2021 ha ricoperto l’incarico di vicecomandante della missione Nato “Resolute Support” in Afghanistan, durante una fase cruciale del processo di transizione e ritiro delle truppe.

Dal 2013, era stato designato come primo comandante del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito, ruolo che ha consolidato il suo profilo come uno dei maggiori esperti italiani di operazioni speciali e strategia militare in teatri di crisi.

Il legame con Felina e l’eredità militare

Nonostante l’alta visibilità del suo incarico e le stringenti esigenze di riservatezza, Nicola Zanelli non ha mai perso il contatto con il suo paese d’origine. A Felina tornava ogni volta che era possibile, mantenendo una casa di famiglia e frequentando, lontano dai riflettori, il territorio dove vivono ancora oggi il padre Amos e altri familiari. Il generale aveva espresso il desiderio di essere sepolto nel cimitero locale, un ultimo atto d’amore verso la sua terra d’Appennino.

A ricordarlo con commozione è il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito Italiano, che in una nota ufficiale lo ha definito un uomo che ha “servito l’Italia con dedizione, rigore e straordinario senso del dovere”, lasciando “un’impronta indelebile nelle forze armate, nelle forze speciali e in tutti coloro che hanno avuto l’onore di operare al suo fianco”.

Un esempio per le generazioni future

Il nome di Nicola Zanelli resterà legato a una delle fasi più complesse della presenza militare italiana all’estero, in contesti ad alto rischio e strategicamente rilevanti. Con il suo impegno, ha rappresentato la figura dell’ufficiale di lungo corso, capace di coniugare competenza operativa e profondo senso civico, in un periodo in cui la proiezione internazionale dell’Italia è stata al centro delle politiche di difesa e sicurezza.

La sua scomparsa lascia un vuoto significativo non solo tra i commilitoni e le forze speciali, ma anche tra tutti coloro che hanno riconosciuto nel suo operato un simbolo di onore, disciplina e servizio alla nazione. Un’eredità che resterà viva nelle scuole militari, nei reparti operativi e nei cuori di chi, come lui, ha scelto di servire l’Italia con il massimo impegno, anche a costo della propria vita.

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