
Un nuovo affondo del vicepremier Matteo Salvini scuote il panorama politico nazionale ed europeo. Durante la presentazione del Rapporto Annuale Guardia Costiera 2024, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha duramente criticato il Consiglio d’Europa, definendolo “un ente inutile” e accusandolo di diffondere falsità sul comportamento delle forze dell’ordine italiane.
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“Il Consiglio d’Europa? Si dovrebbero vergognare, un altro ente inutile che costa ai cittadini italiani ed europei per produrre cazzate. Perché quello della polizia italiana razzista è una cazzata e gli estensori si dovrebbero vergognare”, ha dichiarato Salvini con il suo consueto tono diretto e provocatorio.
Difesa delle forze dell’ordine e critiche all’opposizione
Il leader della Lega ha poi spostato l’attenzione sul ddl Sicurezza, oggetto di ostruzionismo parlamentare da parte delle opposizioni. Un comportamento, secondo Salvini, che non danneggia lui personalmente ma colpisce i cittadini più vulnerabili.
“Fra le tante cose ci sono tutele per le forze dell’ordine e lo sgombero immediato delle case occupate. Fanno un danno non a Salvini ma magari a un pensionato con la casa occupata”, ha sottolineato il ministro, mettendo in luce le misure contenute nel disegno di legge.

Il diritto a protestare sì, ma senza bloccare le strade
Un altro punto critico toccato da Salvini è stato quello delle manifestazioni pubbliche. “Le proteste? No, se tu blocchi l’autostrada commetti un reato. Il diritto a protestare è sacrosanto ma senza rubare ore a chi lavora”, ha affermato, tracciando una linea netta tra la legittima espressione del dissenso e l’interruzione delle attività quotidiane dei cittadini.
Un attacco destinato a far discutere
Le parole di Salvini non sono nuove nel tono, ma colpiscono per il bersaglio scelto: un organismo internazionale come il Consiglio d’Europa, che ha come missione la promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto nei 46 Stati membri. Le sue critiche arrivano in risposta a presunte affermazioni contenute in un documento che avrebbe definito la polizia italiana razzista, accusa che il ministro ha respinto con veemenza.
Le sue dichiarazioni si inseriscono in un contesto politico già acceso, dove la sicurezza, il controllo dell’ordine pubblico e il rispetto delle istituzioni internazionali sono al centro del dibattito. Salvini sceglie di nuovo una linea di rottura, volta a rafforzare il consenso interno con una retorica nazionalista e un attacco diretto a ciò che definisce burocrazia europea.
La linea dura della Lega sulla sicurezza
Il ddl Sicurezza, difeso strenuamente da Salvini, rappresenta l’ennesimo tassello della linea dura promossa dal suo partito in materia di ordine pubblico, migrazione e occupazioni abusive. Il disegno di legge prevede misure drastiche, tra cui sgomberi immediati, sanzioni più severe per i blocchi stradali e un ampliamento delle garanzie per le forze dell’ordine.
Secondo il ministro, le opposizioni che si oppongono al provvedimento stanno minando non solo l’azione del governo, ma anche i diritti dei cittadini onesti che si trovano in difficoltà. Un messaggio chiaro che mira a polarizzare il dibattito, attribuendo alle minoranze parlamentari la responsabilità di un presunto freno alla giustizia e alla sicurezza.
Conclusione
Le parole di Matteo Salvini contro il Consiglio d’Europa segnano un nuovo episodio nella sua strategia di comunicazione basata sul conflitto istituzionale e sulla difesa dell’identità nazionale. Con dichiarazioni tese a delegittimare le critiche internazionali e ad accentuare la frattura con l’opposizione interna, il vicepremier rafforza la sua posizione su un terreno a lui caro: quello della sicurezza e del controllo sociale. Un tema che, come dimostrano le sue uscite pubbliche, rimane centrale nella narrazione politica della Lega.