
C’è un momento, spesso, nelle prime ore dell’alba, in cui la città tace e il tempo sembra fermarsi. È un silenzio profondo, che ha la stessa forma della gratitudine. In quel respiro sospeso, quando le finestre restano ancora chiuse e le strade sembrano ricordare, si fanno largo i nomi di coloro che hanno costruito, con gesti semplici e decisioni importanti, la fisionomia più nobile di una comunità. Quelli che, per molti, sono stati maestri discreti. E che oggi, senza clamore, ci lasciano.
Le storie che contano davvero non sono solo quelle scolpite nella pietra o celebrate nei titoli, ma quelle che hanno attraversato con coerenza decenni di cambiamento, senza perdere la direzione. Uomini che hanno scelto di restare in silenzio quando il rumore del potere dominava, e che hanno saputo alzare la voce quando la coscienza lo imponeva. Le loro vite non si raccontano tutte d’un fiato: si ascoltano piano, come si fa con le persone per bene.
Morto Mario Primicerio
La città di Firenze piange Mario Primicerio, morto la scorsa notte all’età di 84 anni nella sua abitazione nel capoluogo toscano. Ex sindaco di Firenze dal 1995 al 1999, Primicerio è stato una figura di rilievo nella storia politica e culturale cittadina, noto per il suo impegno civile, la sua vicinanza ai valori cristiano-sociali e la lunga collaborazione con Giorgio La Pira.
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Fisico di formazione, docente universitario, uomo di pensiero e d’azione, Primicerio ha dedicato gran parte della sua vita al servizio pubblico e alla promozione della pace e del dialogo internazionale, seguendo le orme del “sindaco santo” Giorgio La Pira, di cui fu stretto collaboratore.
Dalla docenza all’impegno civile: una vita al servizio della città
Nato nel 1940, Mario Primicerio era conosciuto per la sua figura sobria ma incisiva, capace di coniugare rigore scientifico e vocazione sociale. Dopo una carriera accademica nel campo della fisica, divenne un punto di riferimento per il mondo cattolico progressista fiorentino.
Il suo ingresso in politica fu naturale: prima da tecnico impegnato su temi sociali, poi come sindaco di Firenze, carica ricoperta dal 1995 al 1999. Il suo mandato fu segnato da una visione umanistica della città, orientata alla solidarietà, alla tutela del patrimonio culturale e alla partecipazione dei cittadini.

Il legame con Giorgio La Pira e la missione per la pace
Uno dei tratti più significativi del percorso di Primicerio è stato il suo stretto legame con Giorgio La Pira, del quale fu collaboratore fidato. Ancora giovane professore, accompagnò La Pira nel 1965 ad Hanoi, in una delle missioni più emblematiche della storia italiana del dopoguerra, quando l’allora sindaco di Firenze incontrò Ho Chi Minh per parlare di pace in Vietnam.
Quel viaggio rappresentò per Primicerio non solo un’esperienza formativa ma un’impronta indelebile sul suo modo di concepire l’impegno politico: come strumento di riconciliazione e costruzione di ponti tra culture e popoli.

Fondazione La Pira: un’eredità di pensiero e azione
Nel corso della sua vita, Mario Primicerio ha continuato a portare avanti l’eredità culturale e spirituale di La Pira. È stato tra i fondatori della Fondazione La Pira, di cui ha ricoperto la carica di presidente fino al 2022. Sotto la sua guida, la fondazione è diventata un centro di riferimento per la riflessione sul ruolo delle città nel promuovere pace, giustizia sociale e dialogo interreligioso.
La sua opera in questo ambito ha avuto un’eco non solo a livello cittadino, ma anche nazionale e internazionale, grazie a convegni, pubblicazioni e incontri capaci di rilanciare la lezione del pensiero lapiriano nel mondo contemporaneo.
Un’eredità morale per Firenze
Con la scomparsa di Mario Primicerio, Firenze perde una figura di profonda integrità, che ha saputo unire competenza intellettuale e passione civica. Il suo stile misurato, il suo senso di responsabilità e la sua dedizione alla comunità restano come esempio per le future generazioni.
Molti oggi lo ricordano come un uomo di pace, capace di dare voce ai valori più alti della politica e della convivenza civile. La sua morte lascia un vuoto importante nella storia recente della città, ma anche un’eredità morale che continuerà a vivere nei progetti e nelle idee che ha saputo seminare.