
Dopo una stagione da sogno, conclusa con la vittoria dello Scudetto, Antonio Conte resta al comando del Napoli. Un segnale forte di continuità, ambizione e fiducia, che accende l’entusiasmo della piazza ma solleva anche una domanda cruciale: il secondo anno sarà un altro trionfo o rischia di trasformarsi in un passo falso?
Per provare a rispondere, basta guardare al passato. Conte ha già vissuto due “secondi anni” molto diversi tra loro, entrambi in contesti di alto livello: uno da vincente con l’Inter, l’altro deludente con il Chelsea. Analizzarli da vicino può aiutarci a intuire quale strada potrebbe imboccare il Napoli nella prossima stagione.

Inter e Chelsea, due precedenti opposti
Alla guida dell’Inter, Conte arrivò nel 2019. Il primo anno fu positivo, con un secondo posto in campionato e una finale di Europa League. Ma fu il secondo anno, il 2020-21, quello della consacrazione: l’Inter vinse lo Scudetto con quattro giornate d’anticipo, spezzando un dominio juventino lungo nove anni.
Merito di un sistema consolidato, di una squadra plasmata a sua immagine e somiglianza, e di un ambiente – pur turbolento a livello societario – che, almeno in campo, rispose con compattezza e determinazione. Conte, nel suo secondo anno nerazzurro, ottenne il massimo: un successo pieno e meritato, che lo consacrò come leader indiscusso.
Diverso il destino del secondo anno a Stamford Bridge. Dopo il trionfo in Premier League nel 2016-17, la stagione successiva fu segnata da difficoltà interne e risultati deludenti. Il Chelsea finì quinto in campionato, fuori dalla Champions League, e non bastò la vittoria in FA Cup a salvare la stagione.
Dietro al calo, tensioni con la dirigenza (celebre la rottura con Diego Costa via SMS) e un mercato non all’altezza delle aspettative. Conte perse il controllo del gruppo e della situazione, e la sua avventura londinese si concluse tra polemiche e rimpianti. Un secondo anno fallimentare, dove le crepe si aprirono rapidamente, soprattutto fuori dal campo.

Napoli: quale modello seguirà Conte?
Arriviamo così al presente. Dopo aver riportato lo Scudetto sotto il Vesuvio al primo colpo, Antonio Conte affronta ora la sfida più difficile: confermarsi. La storia insegna che il secondo anno, per lui, è sempre quello della verità.
Napoli è un contesto passionale e imprevedibile, ma Conte ha già dimostrato di saperlo domare con carisma e risultati. La chiave sarà il rapporto con la società, e in particolare con il presidente De Laurentiis. Se ci sarà sintonia sul mercato e sulle scelte strategiche, Conte potrà consolidare il progetto, rendere il Napoli competitivo anche in Europa e tentare il bis in Serie A.
Ma se dovessero nascere tensioni – come accadde al Chelsea – allora i rischi aumentano. Conte ha bisogno di controllo, di fiducia piena, e di un ambiente che segua la sua visione senza compromessi. Senza questi elementi, anche un ciclo iniziato benissimo può deragliare.
I precedenti dunque parlano chiaro: nel secondo anno, Conte può essere un costruttore di imperi o un incendiario inconsapevole. A Napoli, la partenza è stata perfetta. Ora si entra nella fase più delicata: quella della gestione delle vittorie, delle aspettative e delle pressioni.