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“Una roba raccapricciante, tu sai”. Rivelazioni shock di Bruzzone: lite con l’avvocato di Stasi

Pubblicato: 30/05/2025 08:25

Nell’infinito labirinto del caso Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi continua a catalizzare l’attenzione pubblica, anche a distanza di un decennio e mezzo. La trasmissione La Vita in Diretta, guidata da Alberto Matano, riporta in auge il tema con una nuova relazione psicologica redatta nel febbraio 2024 dagli esperti del carcere di Bollate. L’interesse mediatico è sempre altissimo, e questo non fa che alimentare accese discussioni pubbliche. In particolare, l’analisi del comportamento di Alberto Stasi, il fidanzato condannato, è stata al centro di un acceso dibattito durante l’ultima puntata del popolare programma di Rai1.

Stasi sesso risultato perizia

Stasi e le ombre del passato

Secondo la relazione, gli psicologi hanno identificato in Stasi “tratti di parafilia” e una ricerca del piacere attraverso modalità “non convenzionali”. L’abitudine di fruire contenuti per adulti estremi e “raccapriccianti” era definita “eccessiva”, persino per un giovane in esplorazione. Roberta Bruzzone, criminologa presente in studio, ha commentato il materiale rinvenuto sul computer di Stasi, descrivendolo come “violento e raccapricciante”. In particolare, ha sottolineato che Stasi non aveva menzionato la fruizione di tali contenuti nella mattina del delitto, ipotizzando che Chiara, scoprendo questo lato oscuro, avrebbe potuto rivelarlo ad altri, potenzialmente rappresentando un movente.

Il dibattito si è infiammato con l’intervento dell’avvocato difensore di Stasi, Antonio De Rensis, il quale ha contestato la criminologa con toni sarcastici, suggerendo di inviare la sua consulenza alla Procura di Pavia. De Rensis ha sottolineato l’importanza del parlare del procedimento in corso piuttosto che di una sentenza passata, evidenziando come il caso Garlasco sia tutt’altro che chiuso. Un sorriso della Bruzzone ha ulteriormente surriscaldato il dibattito, provocando una reazione stizzita da parte dell’avvocato: “Mi scusi, ma la dottoressa ride forse perché non è abituata alla mia educazione”.

La Bruzzone non ha tardato a rispondere: “Rido, sì. La sua modalità mi fa ridere. È tutto un po’ ‘too much’. Siamo tutti educati qui, ma anche concentrati sui fatti”. Nonostante la tensione, il confronto ha messo in luce le complessità del caso, dove ogni nuovo dettaglio infiamma l’opinione pubblica e solleva interrogativi tra esperti e difensori. Il caso Garlasco continua a dividere, scuotere e stimolare l’interesse di un pubblico assetato di verità in un intricato gioco di specchi.

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