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Liliana Resinovich, il marito lo faceva prima del ritrovamento del corpo: la scoperta

Pubblicato: 30/05/2025 17:10

Emergono nuovi dettagli sul caso di Liliana Resinovich, la 63enne trovata morta il 5 gennaio 2022 nei giardini dell’ex Opp di Trieste. Il marito, Sebastiano Visintin, avrebbe regalato alcuni oggetti personali della donna prima del ritrovamento del corpo, sollevando nuovi interrogativi sull’intera vicenda.

Secondo quanto raccontato da Laura e Pino, amici della Carnia, Visintin avrebbe dato loro una macchina fotografica e una bicicletta appartenute a Liliana. La circostanza era stata riferita anche alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, alimentando dubbi sul comportamento del marito nelle settimane successive alla scomparsa.

Tre mesi dopo la scomparsa e un mese dopo il ritrovamento del cadavere, il giornalista Paolo Andriolo aveva provato a chiedere chiarimenti a Visintin. In un primo momento, l’uomo aveva negato di aver regalato la bicicletta e affermato che la macchina fotografica fosse stata donata assieme alla moglie tre anni prima del decesso. Poco dopo, sempre ai microfoni della trasmissione, Visintin aveva cambiato versione, dichiarando che le macchine fotografiche in casa erano tutte sue e che non ne mancava nessuna.

A distanza di un anno, durante un colloquio con gli inquirenti, Visintin ha invece ammesso di aver effettivamente dato via una macchina fotografica, confermando la versione degli amici. Oggi, a quattro anni dalla morte di Liliana, l’uomo risulta indagato per omicidio ed è l’unico iscritto nel registro degli indagati.

Intanto, sul corpo della donna sono stati disposti nuovi accertamenti medico-legali. La difesa di Visintin ha richiesto un incidente probatorio e un terzo parere indipendente, nella speranza di chiarire definitivamente le cause della morte e sgombrare il campo dai sospetti.

In passato, lo stesso Visintin aveva dichiarato alla stampa che l’ipotesi del suicidio era improbabile, lasciando intendere che la moglie potesse essere stata vittima di un’aggressione. Oggi, però, è proprio quella dell’estremo gesto la pista su cui si concentra la sua linea difensiva.

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