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Manuela Murgia, svolta nelle indagini a 30 anni dalla morte: c’è un indagato

Pubblicato: 30/05/2025 19:05

Enrico Astero, oggi 54enne, è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario nell’ambito del caso irrisolto sulla morte di Manuela Murgia, la ragazza trovata senza vita nel 1995 nel canyon di Tuvixeddu, a Cagliari. La notizia, che segna una svolta inattesa in un’indagine ferma da quasi trent’anni, è stata rivelata da un noto quotidiano regionale.

All’epoca dei fatti, Astero era il fidanzato della 16enne. Assistito legalmente dall’avvocato Marco Fausto Piras, l’uomo verrà ascoltato nei prossimi giorni dalla Procura di Cagliari, che ha deciso di riaprire il fascicolo dopo la comparsa di nuovi elementi giudicati rilevanti. Un’azione che rappresenta una risposta concreta all’instancabile battaglia condotta dalla famiglia Murgia per ottenere verità e giustizia.

La famiglia della giovane, infatti, non ha mai creduto alla versione ufficiale secondo cui Manuela si sarebbe tolta la vita. In questi anni si è affidata a consulenti legali, investigatori privati e specialisti in medicina legale per riaprire il caso. La tenacia ha iniziato a dare i suoi frutti nei mesi scorsi, quando le autorità hanno accolto la richiesta di riaprire le indagini.

Il punto di svolta è arrivato con il ritrovamento degli abiti indossati da Manuela il giorno della sua morte, rimasti inspiegabilmente introvabili per quasi tre decenni. I vestiti, ancora sigillati, si trovavano in un magazzino dell’ospedale universitario di Cagliari, lo stesso dove venne effettuata l’autopsia nel 1995. Ora saranno sottoposti ad analisi forensi con le tecnologie moderne, nella speranza di individuare tracce biologiche o profili genetici.

“Siamo davvero felici per questo passo avanti. È Manuela che ci guida verso la verità”, hanno dichiarato i fratelli della vittima a FqMagazine, commentando con emozione la notizia del ritrovamento degli indumenti. “Vogliamo che vengano analizzati con i mezzi odierni, e non ci fermeremo fino a quando Manuela non otterrà giustizia”.

A rafforzare la richiesta di riapertura del caso è stata una perizia di parte firmata dal medico legale Roberto Demontis. Secondo il professionista, la ragazza sarebbe stata vittima di violenza sessuale, poi investita da un’auto e infine trascinata nel punto in cui il suo corpo fu ritrovato. Una versione completamente incompatibile con l’ipotesi iniziale del suicidio.

Gli elementi raccolti negli ultimi mesi sono stati considerati sufficienti dal pubblico ministero Guido Pani per riaprire formalmente l’inchiesta. L’accusa di omicidio volontario, oggi contestata ad Astero, riporta il caso al centro dell’attenzione, gettando nuove ombre sul tragico destino della sedicenne.

Con l’apertura del nuovo fascicolo e i prossimi accertamenti tecnico-scientifici, la Procura spera di far luce su uno dei casi più oscuri e controversi della cronaca sarda. Dopo 30 anni, il tempo potrebbe finalmente restituire risposte a una famiglia che non ha mai smesso di credere che Manuela Murgia sia stata uccisa.

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Ultimo Aggiornamento: 30/05/2025 19:12

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