
Afragola – C’erano ancora le luci dei motorini accesi e il vociare di chi cerca qualcosa nel buio, quando, tra quelle mura scrostate dietro lo stadio, qualcuno ha allungato una torcia. Lì, sotto un vecchio armadio rovesciato e ricoperto di rifiuti, c’era Martina Carbonaro. E non è certo che fosse già morta. L’angoscia che da giorni strappa il respiro ad Afragola potrebbe diventare orrore puro: secondo le prime ipotesi, la quattordicenne potrebbe essere stata ancora viva mentre il suo assassino si faceva la doccia e usciva con gli amici, cercando di cancellare ogni traccia.
Non è ancora confermato, ma è su questo dettaglio che ora si concentra l’autopsia, attesa per martedì. Intanto il quadro dell’indagine si fa più grave: Alessio Tucci, muratore diciottenne, ex fidanzato di Martina, è accusato non solo di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ma anche dell’aggravante di crudeltà. Dopo averla colpita alla testa con una pietra per almeno cinque volte, Alessio ha nascosto il corpo nel luogo che un tempo era il loro rifugio segreto. I pm: “L’ha colpita con forza micidiale anche dopo che era caduta a terra”.

Le tracce cancellate, la serata come se nulla fosse
La lucidità con cui il giovane ha gestito il dopo delitto è al centro dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Aversa-Napoli Nord. Prima ha cancellato le chat dal cellulare della ragazza, poi ha infilato il telefono in una fessura del casolare. Si è liberato della maglietta sporca di sangue, ha chiesto alla madre di lavare i pantaloni, ha mangiato e si è fatto una doccia. Poi è uscito, tranquillo, con gli amici. In quelle stesse ore, i genitori di Martina cominciavano a cercarla, devastati da un silenzio che sapeva già di tragedia.
Martina aveva smesso di rispondere alle 20.30. Il suo ultimo messaggio. Quando la madre ha lanciato l’allarme, Tucci era già dentro la recita, seduto in auto con il padre della ragazza, offrendo versioni e consigli, dicendo: “Non so nulla, ci siamo salutati e sono tornato a casa”.
La confessione dopo il video, la richiesta di carcere
Le indagini dei carabinieri di Casoria e Castello di Cisterna non si sono fermate nemmeno dopo il primo sopralluogo nel casolare, dove erano già emerse tracce evidenti: occhiali da vista e una pietra insanguinata. Solo dieci minuti dopo la mezzanotte il ritrovamento del corpo ha messo fine alle speranze. In un primo momento Alessio è stato ascoltato come testimone e ha mentito. Ma il video che lo riprendeva con Martina mentre entravano nello stabile lo ha inchiodato: ha confessato.
Oggi alle 9.15, la giudice Stefania Amodeo ascolterà Alessio per l’udienza di convalida. Difeso dall’avvocato Mario Mangazzo, rischia il carcere preventivo: secondo i pm c’è il pericolo di fuga. Intanto il padre di Alessio, Domenico Tucci, ammette: “Mio figlio deve pagare, ma non lo abbandonerò”.
Un amore malato, una città ferita
Gli investigatori stanno verificando se Martina fosse già vittima di violenze prima del delitto, come teme la madre, Enza Cossentino. I genitori della vittima, assistiti dall’avvocato Sergio Pisani, chiedono giustizia. Il luogo dell’omicidio, quel casolare umido e abbandonato dove Alessio e Martina scrivevano i loro messaggi d’amore sulle pareti, è ora sigillato e sotto sequestro.
Quelle parole scolorite restano lì, sulle pareti, come un’eco sorda. Sul pavimento, solo sangue.