
L’Inter chiude la stagione senza titoli. La sconfitta nella finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain – con un punteggio pesantissimo – certifica una delle più grandi delusioni degli ultimi anni in casa nerazzurra. Una squadra costruita per vincere tutto, che ha dominato lunghi tratti della stagione, ma che alla resa dei conti torna a Milano con un pugno di mosche.
Scudetto perso all’ultima giornata, con il Napoli che ha strappato il tricolore per un solo punto. Supercoppa Italiana e Coppa Italia finite anch’esse nelle mani degli avversari. Ora anche l’Europa che conta sfuma nel momento decisivo. Il bilancio non può che essere amaramente negativo.
Inzaghi e il fallimento del progetto
Simone Inzaghi ha avuto una rosa profonda e talentuosa, capace di esprimere un calcio brillante e competitivo anche in Europa. Ma se è vero che il tecnico ha portato l’Inter per il secondo anno consecutivo in una finale europea, è altrettanto vero che non ha vinto nulla. La sensazione è che, nei momenti cruciali, la squadra abbia tremato. Il bel gioco, i numeri offensivi e la crescita tattica non bastano: a questo livello contano i trofei, non le intenzioni.
E così anche questa volta, nonostante il percorso, il PSG alza la coppa. All’Inter restano le lacrime, il rimpianto e l’amara consapevolezza di aver sprecato un’occasione irripetibile.
Estate di riflessioni (e rivoluzioni?)
Da domani sarà tempo di bilanci e decisioni. Inzaghi, pur avendo costruito un’Inter competitiva, è sotto esame. Alcuni senatori della rosa potrebbero salutare, mentre la società dovrà decidere se proseguire con questo progetto tecnico o voltare pagina.
La sensazione è che una stagione così, così vicina alla gloria eppure fallimentare, lascerà inevitabilmente il segno. I tifosi applaudono la squadra, ma chiedono di più: l’Inter non può accontentarsi delle belle prestazioni, se alla fine mancano i trofei.