
Era una giornata come tante sul lungomare di Ognina, a Catania. Santo Salvatore Giambattista Re, 30 anni, aveva appena terminato il suo turno di lavoro presso la pasticceria “Quaranta”. Un marito affettuoso, un padre premuroso di una bambina di appena quattro mesi, Santo aveva grandi sogni e una vita davanti a sé. Ma quella routine quotidiana, fatta di lavoro e famiglia, si è spezzata per sempre in una fredda rampa che conduce al porticciolo.
Santo si stava dirigendo verso la sua auto per tornare a casa, dove la moglie lo aspettava. Non sapeva che pochi passi più avanti avrebbe trovato ad attenderlo non la serenità del ritorno, ma il suo destino crudele. Ad aspettarlo, infatti, c’era John Obama, un parcheggiatore abusivo di 37 anni, originario dello Zimbabwe, noto nella zona e già arrestato due volte in passato.

L’incontro fatale
Quella non era la prima volta che Santo incontrava Obama. Il giovane pasticcere, generoso e gentile, gli aveva spesso regalato cibo e vestiti, forse spinto da un senso di umanità che lo contraddistingueva. Ma quel giorno qualcosa è andato storto. Per ragioni che restano ancora oscure, i due hanno avuto un confronto.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, basate sulle testimonianze e sulle immagini delle telecamere di sorveglianza, Obama ha estratto improvvisamente un grosso coltello da cucina e ha colpito Santo più volte. Il giovane ha tentato di difendersi, arretrando, cercando disperatamente una via di fuga. Ferito gravemente, ha trovato la forza di attraversare la strada e tornare verso il suo luogo di lavoro, forse con la speranza di trovare aiuto dai suoi familiari.
Purtroppo, nonostante il soccorso dei colleghi e l’arrivo tardivo dell’ambulanza, Santo ha perso troppo sangue. È morto poco dopo in ospedale, lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e tra coloro che lo conoscevano.

Chi era John Obama
Il nome di John Obama era già noto alle forze dell’ordine. Immigrato dallo Zimbabwe, viveva in Italia senza un regolare permesso di soggiorno e si guadagnava da vivere come parcheggiatore abusivo. Operava spesso nella zona del lungomare di Ognina, dove era diventato una figura familiare per residenti e commercianti. Nonostante le sanzioni e due precedenti arresti per resistenza a pubblico ufficiale, Obama continuava la sua attività illegale.
Il giorno dell’aggressione, Obama è stato arrestato in viale Alcide de Gasperi, mentre cercava di allontanarsi dal luogo del delitto. Indossava ancora abiti sporchi di sangue e, secondo gli agenti, pronunciava frasi sconnesse e prive di senso, farneticando il nome della vittima. L’arma del delitto, un coltello insanguinato, è stata ritrovata grazie a un carabiniere fuori servizio.
Il dolore di una città
La morte di Santo ha gettato nello sconforto l’intera città di Catania. Il sindaco Enrico Trantino ha espresso il suo cordoglio, denunciando l’inefficacia del sistema nell’affrontare situazioni di illegalità diffusa. “Chi non merita la nostra generosità deve andarsene. Non possiamo permettere che persone senza scrupoli sfruttino il nostro senso di accoglienza”, ha dichiarato il primo cittadino.
Le parole di Trantino riflettono un sentimento condiviso dalla comunità, che si interroga su come sia stato possibile che una persona con precedenti così gravi fosse ancora libera di circolare. “La morte di Santo non è solo un fatto di cronaca, è il risultato di un sistema incapace di proteggere i suoi cittadini”, ha scritto un’amica della vittima in un post che ha commosso i social.
Una vita che continua nei ricordi
Oggi, Catania piange un giovane descritto da tutti come “buono come il pane”, un uomo che ha sempre messo gli altri prima di sé. La sua bambina di quattro mesi crescerà senza un padre, e sua moglie dovrà affrontare un futuro senza l’uomo che amava.
Ma il ricordo di Santo vivrà nelle storie che amici, familiari e colleghi continuano a raccontare, nei gesti di generosità che hanno segnato la sua breve ma intensa vita. E la sua morte, così crudele e ingiusta, deve diventare un monito per una città che chiede sicurezza, giustizia e, soprattutto, umanità.