
«Non riesce a dormire, è sconvolto». Così l’avvocato Mario Mangazzo descrive lo stato di Alessio Tucci, il 18enne accusato dell’omicidio di Martina Carbonaro, 14 anni, uccisa ad Afragola con tre colpi di pietra. Il giovane si trova ora nel carcere di Poggioreale, in una zona protetta, dopo che le tensioni emerse tra i detenuti hanno reso necessario lo spostamento di reparto. Il legale ha chiesto il trasferimento in un’altra struttura, più adatta a garantire la sicurezza dell’indagato e della sua famiglia.
Secondo quanto riferito dall’avvocato, Tucci ha ammesso l’aggressione, compiuta con un grosso sasso rinvenuto sul luogo del delitto e con il quale ha colpito Martina alla testa. Il corpo della ragazza è stato coperto con rifiuti in un tentativo goffo e disperato di nasconderlo. Il movente, racconta l’indagato, sarebbe stato un raptus di gelosia in seguito a un rifiuto da parte dell’ex fidanzata. «Non respirava più, non so se fosse ancora viva», avrebbe detto Tucci durante l’interrogatorio. Ha aggiunto di sentirsi pentito, di provare dolore e angoscia, e di voler chiedere scusa alla famiglia di Martina.
Intanto, all’esterno del carcere e della cronaca giudiziaria, cresce la rabbia dei giovani. Gli studenti e le studentesse del liceo frequentato da Martina hanno organizzato un flash mob per ricordarla e denunciare l’ennesimo femminicidio. «Le hanno tolto il diritto più grande, la vita. Siamo stanche di non sentirci libere», hanno gridato in coro. Le ragazze hanno respinto con forza la narrazione del “raptus”, bollata come una pericolosa banalizzazione della violenza di genere.
«Non è infanticidio, è femminicidio», hanno scandito. Le compagne di Martina si sono dette stanche della paura, del senso di insicurezza che accompagna ogni gesto quotidiano. La comunità scolastica chiede giustizia, ma anche un cambiamento culturale: perché nel 2025, sottolineano, non è accettabile continuare a morire per amore non corrisposto. La morte di Martina è diventata il simbolo di una battaglia che chiede, ancora una volta, ascolto, prevenzione e rispetto per le donne.