
Un margine minimo, una notte tesa e una vittoria che arriva dopo il ribaltamento degli exit poll. La Polonia ha scelto: Karol Nawrocki è il nuovo presidente della Repubblica, imponendosi con il 50,89% dei voti contro il 49,11% ottenuto da Rafal Trzaskowski, sindaco europeista di Varsavia.
Secondo i dati ufficiali diffusi dalla Commissione elettorale nazionale, Nawrocki ha raccolto 10.606.628 voti, mentre Trzaskowski si è fermato a 10.237.177. L’affluenza è stata altissima, con una partecipazione del 71,63% degli aventi diritto.
Ribaltato il risultato degli exit poll
Fino a tarda sera, lo scenario sembrava diverso. Alle 21, subito dopo la chiusura dei seggi, Trzaskowski – sostenuto da Piattaforma civica e vicino a Donald Tusk – si era detto convinto della vittoria: “Abbiamo vinto, anche se sul filo del rasoio”, aveva dichiarato, aggiungendo che il suo obiettivo sarebbe stato “unire tutti i polacchi”.
Ma la notte ha cambiato le carte. Le prime proiezioni ufficiali hanno mostrato un sorpasso di Nawrocki, che ha corso con una lista formalmente indipendente ma fortemente appoggiata dal Pis, il partito sovranista dell’ex premier Jarosław Kaczyński.
“Salveremo la Polonia”, il messaggio del vincitore
Il nuovo presidente non ha mai concesso nulla all’avversario, neppure nelle ore in cui sembrava in svantaggio. “Stanotte vinceremo e salveremo la Polonia – aveva detto a caldo – non permetteremo il monopolio di Donald Tusk nelle istituzioni del Paese”.
L’elezione di Nawrocki rappresenta una nuova fase per la destra polacca, che dopo la sconfitta alle politiche dell’autunno scorso torna a conquistare il potere esecutivo, sia pur con una presidenza di rottura e polarizzazione.
Nuovi equilibri, vecchie fratture

Resta ora da capire quale sarà l’effetto di questa vittoria sulla già fragile coabitazione tra presidenza e governo. Con un presidente sovranista e un esecutivo europeista guidato da Tusk, la Polonia si prepara a un braccio di ferro istituzionale che potrebbe segnare i prossimi mesi.
Per Trzaskowski, che nel 2020 aveva già sfiorato la presidenza perdendo al ballottaggio, si tratta della seconda sconfitta consecutiva per un soffio. Ma anche di un segnale: quasi metà del Paese ha scelto la via dell’integrazione europea e della continuità democratica.