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“Casi in aumento in Italia”. Il nuovo virus che arriva dalla Cina: l’allarme degli esperti

Pubblicato: 01/06/2025 09:30

I casi Covid in Italia tornano lentamente a salire, seppur con numeri ancora contenuti. Nella settimana tra il 22 e il 28 maggio sono stati registrati 304 nuovi contagi e 18 decessi, a fronte dei 298 casi e 5 morti della settimana precedente. Anche i tamponi eseguiti aumentano lievemente, passando da 26.183 a 26.382, e il tasso di positività segna un piccolo rialzo: dall’1,1% all’1,2%. Lo rileva il consueto aggiornamento del Ministero della Salute, che evidenzia come la curva dei contagi abbia iniziato a risalire già dalla prima settimana di maggio.

A preoccupare gli esperti, però, non è solo la leggera crescita dei numeri, ma soprattutto l’emergere di una nuova variante sotto osservazione, la Nimbus, denominata tecnicamente NB.1.8.1. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha recentemente emesso un alert globale, segnalando che l’attività del virus è nuovamente in crescita, con un tasso di positività ai test che a livello internazionale ha toccato l’11%, numeri che non si vedevano da luglio 2024.

La variante Nimbus è stata identificata per la prima volta lo scorso 22 gennaio in un campione raccolto in Asia. A individuarla è stato lo scienziato italiano Federico Gueli, soprannominato “il cacciatore di varianti”, grazie a un paziente lavoro di monitoraggio dei genomi virali caricati dalle autorità sanitarie di tutto il mondo. «Abbiamo notato alcune sequenze con mutazioni rilevanti – racconta – e quando un Paese comincia a caricarne di più, aumentiamo la sorveglianza».

NB.1.8.1 discende da XDV.1.5.1, a sua volta ramo evolutivo di JN.1, e presenta mutazioni sulla proteina spike che potrebbero aumentarne la trasmissibilità rispetto alla variante attualmente dominante, LP.8.1. I dati aggiornati parlano di oltre mille sequenze caricate nella banca GISAID, provenienti da 22 Paesi. In Europa, la presenza della variante è cresciuta rapidamente, passando dall’1% al 6% delle sequenze totali nel giro di poche settimane.

Secondo Gueli, Nimbus ha origini in Cina ed è frutto di un processo di ricombinazione genetica complesso, in cui più varianti si sono fuse nel tempo. «Il virus ormai non ottiene più vantaggi solo evolvendosi lentamente: si sta adattando ricombinando tratti di diverse varianti per ottenere un mix più efficace di evasione immunitaria e trasmissibilità». Accanto a Nimbus, gli esperti stanno tenendo d’occhio anche un altro lignaggio, XFG, segnalato da recenti studi coordinati dallo scienziato cinese Yunlong Cao.

L’analisi continua anche a livello globale. Tra le novità più recenti c’è l’individuazione di una nuova variante in arrivo dall’India, battezzata XFP. Il sequenziamento dei campioni prelevati negli aeroporti americani ha rivelato che circa il 50% delle sequenze provenienti dall’India contengono mutazioni mai viste prima, alcune delle quali già identificate in Africa. “Questa variante presenta caratteristiche evolutive del tutto nuove – spiega Gueli – e potrebbe rappresentare una terza via di adattamento per il virus”.

Sebbene al momento in Italia la variante Nimbus non sia ancora stata rilevata, gli esperti attendono con attenzione il prossimo aggiornamento del sequenziamento nazionale. Intanto, i “cacciatori di varianti” come Gueli continuano il loro lavoro quotidiano per monitorare e anticipare le mosse del virus. Una rete di sorveglianza globale che, nonostante il calo della percezione del rischio, rimane fondamentale per intercettare per tempo le nuove minacce.

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