
Il mistero di Garlasco continua a far discutere. A distanza di diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso riemerge grazie alla riapertura delle indagini. Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è di nuovo sotto i riflettori a causa di nuove analisi genetiche che riportano il suo DNA in scena. Ma cosa pensa Giampietro Lago, ex capo del RIS di Parma, di questa situazione intricata?

Nuove indagini e vecchie domande
Giampietro Lago ha dichiarato in un’intervista a Fanpage che, nonostante le nuove prove siano sempre benvenute, l’ipotesi più probabile resta l’archiviazione per Sempio. Le nuove tracce di DNA trovate sotto le unghie di Chiara Poggi hanno riacceso il dibattito, ma la revisione delle sentenze passate richiede prove solide e indiscutibili. Lago ha sottolineato l’importanza di un approccio rigoroso, considerando tutte le evidenze disponibili, dalle analisi genetiche ai dati informatici.
Nel 2015, le prove portarono alla condanna di Alberto Stasi a 16 anni di carcere. Tuttavia, l’emergere di nuove informazioni richiede una valutazione attenta. Secondo il Codice di procedura penale, la revisione di una sentenza è possibile solo se emergono elementi che dimostrano chiaramente l’innocenza del condannato. Questo significa che, anche se le indagini su Sempio proseguono, non c’è garanzia che la condanna di Stasi venga rivista.

Verso una conclusione incerta
Il caso di Garlasco è un esempio emblematico delle complessità che la giustizia affronta nell’era moderna. Ogni nuova informazione deve essere esaminata con precisione, rispettando le procedure legali. L’obiettivo è garantire che ogni decisione sia fondata su prove concrete e affidabili, senza cedere a facili conclusioni. Come ha ribadito Lago, “l’ipotesi più probabile è l’archiviazione”, ma la giustizia non si ferma mai di fronte alla ricerca della verità.