
La disfatta dell’Inter a Monaco di Baviera è stata una vera disfatta. I tifosi sono furiosi, i giocatori sembravano annichiliti sin dai primi minuti. Simone Inzaghi è finito sotto una grandinata di critiche, e molti che puntano il dito proprio contro di lui. Anche in società sembra esserci chi condivide questa opinione, come suggerisce un articolo della Gazzetta dello Sport.
Il giornalista Luigi Garlando, noto per la sua vicinanza alla società nerazzurra, ha espresso un’opinione dura, quasi feroce, che potrebbe riflettere i pensieri di almeno una parte dei vertici interisti. Monaco ha visto l’Inter offrire uno spettacolo indecoroso in una finale di Champions League, con conseguenze pesanti per il club e i giocatori. I tifosi si sono sentiti traditi da una prestazione non all’altezza delle aspettative.
Un massacro sportivo
La sconfitta contro il Paris Saint-Germain non è stata solo un tracollo, ma un vero e proprio massacro sportivo. Il pesante passivo di 5-0 rappresenta la peggior sconfitta europea nella storia del club. Le occasioni create dal PSG avrebbero potuto rendere il risultato ancora più pesante, sembrava una partita tra una squadra di professionisti e una di dilettanti.
Perdere ci sta, ma non in questo modo. L’Inter ha tirato in porta per la prima volta al 75’, mentre il PSG ha dominato la partita con una ventina di tiri. Una vera e propria Waterloo calcistica, dove nessuno è stato esente da colpe. Tuttavia, Garlando individua in Inzaghi il principale responsabile, colpevole di aver presentato una squadra scarica e mal schierata in campo.

Inzaghi sotto accusa
Inzaghi è accusato di non saper rispondere alle scelte tattiche avversarie, un errore che si è ripetuto in gare decisive come quelle contro Bologna, Lazio e ora in questa finale. I due scudetti persi pesano come macigni, nonostante l’Inter avesse la rosa più forte. E a Monaco il tecnico non è riuscito a opporsi al gioco di Luis Enrique: un fallimento tecnico, mentale e fisico.
Garlando non risparmia critiche, definendo la squadra “vuota di idee, coraggio e intensità“. L’Inter ha giocato con un baricentro basso, accettando il dominio del PSG senza mai reagire. Un’agonia di 90 minuti dove dalla panchina non è arrivato alcun supporto per arginare la forza degli avversari.
I cambi e la gestione della partita
Un altro punto critico riguarda i cambi effettuati da Inzaghi, con quattro sostituzioni difensive su cinque slot disponibili. Davide Frattesi, l’unico in grado di alzare il ritmo, è rimasto in panchina. Dopo la gara, Frattesi ha avuto un duro scontro con il tecnico, segno di una tensione palpabile.

Non è la prima volta che Inzaghi si trova in difficoltà di fronte a contromosse tattiche avversarie. Il PSG è una macchina da guerra, ma anche contro allenatori come Fonseca, Inzaghi si è lasciato imbrigliare senza trovare soluzioni, finendo per perdere contro un Milan in grave crisi.
Una riflessione necessaria
La pesante umiliazione subita dall’Inter è un duro colpo anche per il calcio italiano nel suo complesso, perché evidenzia una enorme differenza di ritmo, intensità e lettura tattica rispetto agli avversari europei. A ciò si aggiunge una gestione economica problematica, con risorse sempre più limitate.
Secondo Garlando, questo attacco al tecnico potrebbe riflettere le riflessioni nei vertici interisti. Dopo 4 anni di competizione, l’Inter, pur avendo la rosa migliore in Italia, ha raccolto solo un scudetto. Forse è giunto il momento di trarre delle conclusioni, perché nel calcio la vittoria è l’unica cosa che conta, e Inzaghi non è riuscito a dimostrarsi un vincente.