
Era una mattina qualunque, una di quelle in cui Milano si sveglia con il ritmo frenetico dei passi sul marciapiede e il rumore ovattato dei treni che scorrono sotto la città. I vagoni della metropolitana sfrecciavano come ogni giorno tra le stazioni, trasportando pendolari, studenti, turisti e lavoratori assorti nei propri pensieri. Ma da qualche tempo, nell’aria si percepisce qualcosa di diverso. Un senso di inquietudine, un brusio di preoccupazione che serpeggia tra i volti silenziosi seduti nei vagoni. C’è una nuova tendenza, una moda che si sta diffondendo con rapidità preoccupante, e che sta seminando apprensione tra chi ogni giorno affida i propri spostamenti al trasporto pubblico. Nessuno ne parla apertamente, ma basta uno sguardo alle notizie o una conversazione rubata tra sconosciuti per capire che qualcosa, in questa città sempre in movimento, sta andando fuori binario.

Il fenomeno del “train surfing”
Il “train surfing” è una pratica estremamente pericolosa che consiste nel viaggiare all’esterno di un treno in movimento, aggrappandosi a parti come il tetto, i finestrini o i respingenti. Originariamente diffuso in paesi come il Sudafrica e l’India, questo fenomeno ha trovato terreno fertile anche in Europa, compresa l’Italia. A Milano, ad esempio, sono stati documentati casi di adolescenti che si aggrappano ai treni della metropolitana, mettendo a rischio la propria vita per una manciata di visualizzazioni sui social media.
Le conseguenze del “train surfing” possono essere tragiche. I praticanti rischiano di cadere sui binari, essere colpiti da cavi dell’alta tensione o urtare strutture come ponti e gallerie. In Francia, un ragazzo di 16 anni è morto mentre cercava di registrare un video sul tetto di un treno in corsa. In Italia, un diciassettenne è rimasto folgorato dopo essere salito sul tetto di un treno merci a Pisa.
Molti giovani sono attratti dal “train surfing” per l’adrenalina e la notorietà che ne derivano. I social media giocano un ruolo cruciale nella diffusione di questa pratica, con video e foto che diventano virali in breve tempo. La ricerca di approvazione e l’emulazione di comportamenti rischiosi contribuiscono a perpetuare il fenomeno, rendendolo ancora più pericoloso.

Le misure di prevenzione
Le autorità stanno cercando di contrastare il “train surfing” attraverso campagne di sensibilizzazione e controlli più rigorosi. In Italia, la Polizia Ferroviaria ha avviato il progetto “Train… to be cool”, volto a educare i giovani sui pericoli legati a comportamenti imprudenti in ambito ferroviario . Tuttavia, la collaborazione delle famiglie e delle scuole è fondamentale per prevenire ulteriori incidenti.
Il “train surfing” non è un gioco, ma una pratica estremamente pericolosa che può avere conseguenze fatali. È essenziale che i giovani comprendano i rischi associati e che la società nel suo complesso lavori per educare e proteggere le nuove generazioni da comportamenti così pericolosi.