
Le reti sociali ormai mostrano tutto. Anche la violenza più brutale. Gli schermi degli smartphone non filtrano più nulla. Mostrano anche ciò che dovrebbe restare fuori da ogni sguardo. La diretta su TikTok è diventata, in questo caso, la finestra su un dramma privato. Un gesto estremo e incomprensibile, trasmesso a chiunque fosse connesso.
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L’episodio ha lasciato attoniti. La violenza contro le donne continua senza sosta. Non conosce limiti. Stavolta la scena è andata in onda senza tagli, senza maschere. Una prova evidente che ha permesso un intervento immediato. E ha evitato forse conseguenze peggiori.
Il video ha rivelato il volto dell’aggressore. Ha fatto scattare l’allarme. Qualcuno ha visto, ha riconosciuto la donna e ha deciso di non restare a guardare. Una telefonata ha cambiato tutto. Il soccorso è arrivato prima che fosse troppo tardi.
Il fatto accaduto tra Nardò e Galatone

Un uomo residente a Galatone, in provincia di Lecce, ha aggredito la compagna durante una diretta su TikTok, usando il suo profilo personale. Un conoscente della donna, collegato alla piattaforma, ha notato l’episodio e ha allertato il 112. Gli agenti del commissariato di Nardò hanno individuato l’abitazione grazie all’identità social dell’uomo.
Quando i poliziotti sono arrivati, hanno udito chiaramente minacce di morte urlate contro la donna. Hanno forzato l’ingresso senza attendere. L’hanno trovata in lacrime, con contusioni su schiena e braccio. Subito hanno chiamato il 118 e l’hanno accompagnata all’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, dove i medici hanno emesso una prognosi di dieci giorni.
Denuncia e condizioni della vittima
Il pubblico ministero Rosaria Petrolo ha disposto l’allontanamento dell’uomo dall’abitazione. La vittima, una donna di circa trent’anni, ora si trova a casa della madre. L’ambiente in cui viveva appariva trascurato, sporco, privo di dignità. La donna mostrava segni evidenti di disagio e di soggezione psicologica.
L’aggressore è stato denunciato a piede libero. Il procedimento è in mano all’autorità giudiziaria. Resta il peso di un gesto trasmesso in diretta, ma soprattutto la responsabilità morale di chi, stavolta, ha avuto il coraggio di intervenire.