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“Senza vergogna”: insulti shock alla figlia di Meloni, la folle scusa dell’insegnante

Pubblicato: 01/06/2025 15:23

I toni accesi della politica spesso si riflettono anche online. Le piattaforme digitali diventano terreno di scontro e di eccessi. In alcuni casi si supera il limite, travolgendo anche chi non ha alcun ruolo nella scena pubblica. Ultimamente, questo fenomeno ha coinvolto ancora una volta il mondo della scuola.
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La figura dell’insegnante rappresenta un punto fermo nella formazione delle nuove generazioni. Quando un docente si espone con frasi inappropriate, l’opinione pubblica reagisce. Lo fa per difendere la scuola, ma anche per tutelare la convivenza civile. Di recente, si è aperta una nuova polemica che riguarda proprio un professore.
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In queste ore è scoppiato un caso che ha coinvolto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al centro, la figlia della premier e un post social che ha fatto il giro del web. Ma il caso si è allargato anche ad altri membri del governo e ai loro figli.

Il professore e il post rimosso

Stefano Addeo, professore campano, ha pubblicato un post in cui augurava alla figlia di Giorgia Meloni la stessa tragica sorte di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa ad Afragola. Un post che ha definito lui stesso «stupido», scritto «d’impulso», e per il quale ha chiesto scusa pubblicamente. Ma la vicenda non finisce qui.

Il secondo messaggio sui figli di Tajani e Salvini

Dopo la bufera iniziale, è emerso un secondo post, poi rimosso, ma recuperato da Adnkronos. In quel messaggio, Addeo estendeva l’augurio di morte anche ai figli dei vicepremier Tajani e Salvini, accostandoli alle vittime palestinesi a Gaza. Il contenuto accompagnava una foto dei tre esponenti del governo mentre stringevano la mano a Benjamin Netanyahu.

Chi è Stefano Addeo

Stefano Addeo insegna tedesco presso il liceo artistico, linguistico, scientifico e di scienze applicate di Cicciano, in provincia di Napoli. Ha 65 anni, vive a Marigliano ed è vicino alla pensione. Dal suo profilo Facebook emergono numerose offese rivolte a Giorgia Meloni, definita con termini come «pescivendola», «carciofara», «nana» e «fascista».

«È stato un gesto stupido, scritto d’impulso. Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina», ha dichiarato il docente al Roma online. Poi ha aggiunto: «Non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo». Nella stessa intervista ha riferito di aver ricevuto minacce di morte, insulti e persino lanci di pomodori contro le vetrine di casa. Ha sporto denuncia alla Polizia Postale.

«Non ho cancellato il post per paura, ma perché mi sono reso conto da solo che era sbagliato», ha detto ancora. Infine, ha precisato: «Non accetto che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo».

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto sulla vicenda: «Sarà sanzionato chi non è degno della scuola». Una presa di posizione netta, che apre un possibile procedimento disciplinare nei confronti del professore.

Il video

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Ultimo Aggiornamento: 01/06/2025 16:08

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