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Meloni: “Vado a votare ma non ritiro la scheda”. La scelta simbolica sui referendum

Pubblicato: 02/06/2025 10:03

Giorgia Meloni ha annunciato che si recherà alle urne l’8 e 9 giugno, ma potrebbe scegliere di non ritirare la scheda referendaria. “Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni”, ha detto arrivando in via dei Fori Imperiali, dove ha assistito alla parata del 2 giugno. Bufera nell’opposizione: “È vergognoso!”, tuona Giuseppe Conte.
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Nel giorno della Festa della Repubblica, la premier ha affidato a poche parole un messaggio che assume un significato preciso: ribadire il proprio senso delle istituzioni partecipando al voto, senza però prendere posizione su quesiti che non intende sostenere. Non un’astensione, dunque, ma un segnale politico giocato sul piano della forma.

Cinque quesiti su lavoro e cittadinanza

I cinque referendum abrogativi riguardano temi centrali per l’equilibrio tra diritti sociali, contratti e cittadinanza. Il primo interviene sul Jobs Act, chiedendo l’abolizione delle norme che hanno reso più difficile il reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Il secondo punta a eliminare il tetto massimo al risarcimento per licenziamento illegittimo nelle piccole imprese, ampliando la discrezionalità dei giudici.

Il terzo quesito vuole riportare l’obbligo di motivazione nei contratti a termine, cancellando la possibilità di assunzioni “senza causale” per i primi 12 mesi. Il quarto riguarda la responsabilità solidale negli appalti, proponendo di ripristinare la piena responsabilità del committente anche nei casi di rischio specifico. Infine, il quinto introduce una modifica sui requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, riducendo da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza legale richiesto.

Un gesto formale, ma politico

Con la sua posizione, Meloni sembra voler marcare una distanza simbolica dai referendum, mantenendo al contempo una presenza formale nel momento democratico. Una mossa che evita lo scontro frontale e trasmette un’idea di equilibrio istituzionale. Un gesto misurato, ma carico di significato.

Le opposizioni non ci stanno, le parole di Giuseppe Conte

Il gesto di Meloni provoca indignazione tra le fila dell’opposizione. Il leader del M5S, Giuseppe Conte: “Indigna ma non stupisce che Meloni non ritirerà la scheda e quindi non voterà al referendum dell’8 e 9 giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti. In fondo in quasi 30 anni di politica non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica – spiega l’ex premier – È vergognoso che questo messaggio di astensione rispetto a una scelta importante arrivi da un presidente del Consiglio il 2 giugno, giorno simbolo di un Paese che sceglie la Repubblica, della prima volta per le donne ammesse a un voto nazionale”.

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Ultimo Aggiornamento: 03/06/2025 14:19

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