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Giovanni Allevi: “Con la malattia non sai se sopravvivrai, ho ancora bisogno di cure”

Pubblicato: 03/06/2025 08:44
Giovanni Allevi bisogno cure

Il ritorno di Giovanni Allevi è molto più di un evento musicale. È la testimonianza di un artista che, dopo essere stato colpito da una malattia devastante, riesce a trasformare il dolore in melodia, la fragilità in forza creativa. Il nuovo concerto per violoncello e orchestra, intitolato “MM22”, non è solo una composizione: è un atto di sopravvivenza e un diario emotivo, scritto tra le mura di un reparto oncologico e inciso con le dita tremanti di chi ha temuto di non poter suonare mai più.
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Nel 2022, ad Allevi viene diagnosticato un mieloma multiplo. Da quel momento inizia un lungo ricovero all’Istituto dei tumori di Milano, all’ottavo piano, diventato per lui un “luogo sacro”. È lì, in quella stanza sospesa tra la vita e la morte, che il compositore sperimenta l’abbandono di ogni certezza. «Pesavo 63 chili, non avevo capelli, e soffrivo di dolori atroci», racconta con voce ferma ma emozionata. «Avevo un fortissimo tremore alle dita, ero convinto che non avrei più potuto suonare il pianoforte».

In quel contesto di smarrimento e paura, la musica non è più un gesto artistico, ma una resistenza silenziosa. “MM22” nasce proprio lì, come sintesi di quel tempo spezzato e rigenerato. «È un diario musicale in cui racconto le emozioni vissute durante quell’anno e mezzo in cui ho conosciuto incertezza, dolore, angoscia, ma anche speranza e gratitudine», spiega Allevi. Il titolo stesso è un intreccio diretto tra il nome della malattia (mieloma) e l’anno di composizione (2022).

“Nostalgia”: la prima tappa di un viaggio interiore

Il progetto “MM22” è ambizioso, tanto quanto intimo. Una delle sue prime espressioni pubbliche è il brano “Nostalgia”, il primo singolo uscito proprio ieri. È una finestra sull’anima del compositore, scritta quando, a pochi giorni dalla diagnosi, si trovava catapultato in un limbo sospeso tra la certezza della fine e l’illusione della guarigione. «Quando ti comunicano la malattia, crollano tutte le certezze», racconta, «ti senti strattonato in uno spazio senza tempo, dove non sai se sopravviverai».

Nostalgia, come il resto del progetto, nasce da uno stato di salute fragile e da una predisposizione all’innovazione che ha sempre contraddistinto Allevi. Un equilibrio tra vulnerabilità e ricerca artistica che trasforma la sofferenza in melodia, e il trauma in creazione musicale.

Quattro concerti, quattro temi dell’anima

L’esperienza si concretizza anche in una mini tournée di quattro concerti evento intitolata “Musica dall’anima”, che farà tappa a Roma, Taormina, Venezia e Firenze. Ogni data sarà accompagnata da un tema filosofico e spirituale, sviluppato con la partecipazione di ospiti non musicali di alto profilo culturale.

Le quattro città ospiteranno riflessioni attorno a parole chiave potenti: Eresia, Sacro, Follia, Bellezza. Sono, come spiega Allevi stesso, le «quattro dimensioni dello spirito» che ha incontrato durante il suo cammino. E proprio su queste riflessioni si aprirà il primo concerto, il 20 giugno alle Terme di Caracalla, con ospite il professor Alessandro Barbero, che dialogherà con il musicista sul tema dell’eresia.

«Tanti anni fa fui definito l’eretico della musica classica», ricorda Allevi con un sorriso carico di memoria. «All’inizio lo presi come un complimento. Poi pensai che, nella storia, gli eretici non hanno mai fatto una bella fine». Ma è proprio in questa identità, anticonvenzionale e fragile, che oggi si riconosce con maggiore forza.

La musica come liberazione e rinascita

Musica dall’anima” sarà eseguita sia al pianoforte solo che con l’Orchestra Sinfonica, per restituire appieno la dimensione spirituale e sensoriale di un’opera che non nasce dalla logica, ma dal cuore. «Scaturisce dall’inconscio, in un momento difficilissimo della mia vita», spiega il compositore, «e si spande verso il mondo esterno senza chiedere nulla in cambio».

È questa la nuova condizione interiore che Allevi riconosce come inedita e sorprendente: la libertà dal giudizio, il ritorno a una forma di incoscienza infantile, che gli permette di creare senza barriere. Persino la parola più dolorosa del suo vocabolario recente, “mieloma”, viene trasformata in suono. Segue un metodo matematico, ispirato a quello utilizzato da Bach nella celebre “Arte della fuga”, e diventa parte della sua partitura.

Solo quattro date, poi il silenzio

Allevi, oggi, non promette un ritorno stabile sulla scena musicale. Ha scelto di fare solo queste quattro date, concentrate e intense, come a sottolineare l’unicità dell’esperienza. «Ho ancora bisogno di cure, di silenzio, di un contatto continuo con la natura», dice in chiusura. È una scelta di equilibrio, tra il bisogno di esprimersi e la necessità di custodire le energie rimaste.

Con “MM22” e “Musica dall’anima”, Giovanni Allevi lancia un messaggio che va oltre il pentagramma. La musica, per lui, non è solo forma o estetica, ma testimonianza di vita, di fragilità e di coraggio. In un’epoca in cui tutto chiede velocità e perfezione, il suo ritorno è un invito potente alla lentezza, alla verità, all’ascolto autentico.

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